Nasce il sindacato
delle ‘Due Sicilie’

NASCE IL SINDACATO delle ‘Due Sicilie’, una aggregazione che punta a intaccare il ruolo della Fnsi, la Federazione nazionale della stampa che dal 1908 organizza e rappresenta i giornalisti italiani. La nuova formazione è stata presentata ufficialmente la mattina del 27 luglio nella sala Zuccari del Senato, si chiama Figec, Federazione italiana giornalismo, editoria e comunicazione, ed è affiliata alla Cisal, la Confederazione dei sindacati autonomi dei lavoratori, la realtà più a destra nel panorama delle organizzazioni italiane. E con la Cisal c’è un rapporto strettissimo: tra i fondatori della Figec c’è il segretario generale Francesco Cavallaro, calabrese di Dinami, piccolo centro del Vibonese;

la Figec utilizza come sedi le strutture provinciali e gli uffici Caf della Cisal.
I lavori sono stati aperti da Carlo Parisi, reggino, cinquantanove anni, già segretario aggiunto della Fnsi,

Giuseppe Moles e Gelsomina Vono

ex redattore del Giornale di Calabria e oggi direttore della testata on line Giornalisti Italiani. All’incontro hanno partecipato il potentino Giuseppe Moles, senatore di Forza Italia e sottosegretario all’Editoria, i senatori Dario Damiani e Gelsomina Vono (detta Silvia) del gruppo Forza Italia Berlusconi presidente, Anna Maria Parente di Italia Viva e Francesco Urraro della Lega Nord. Tutte formazioni di destra e di centro. L’operazione Figec è in gestione da tempo ma forse non è un caso che la presentazione sia stata fissata sei giorni dopo l’annuncio delle elezioni politiche del 25 settembre per le quali si prevede un successo dei partiti di centro destra.
Torniamo alla sala Zuccari. I sessantatré fondatori hanno eletto Carlo Parisi per acclamazione alla segreteria mentre il presidente è Lorenzo Del Boca, settantuno anni, novarese di Romagnano Sesia, ex Stampa, già presidente della Fnsi e più volte al vertice dell’Ordine nazionale.
Perché la definizione di sindacato delle ‘Due Sicilie’? La Figec ha la testa e le truppe in Calabria, la regione di Parisi e di Cavallaro. Basta scorrere l’elenco dei fondatori dei quali quattro non sono presenti negli albi dei professionisti e dei pubblicisti. Dei cinquantanove giornalisti promotori sedici risultano iscritti in Calabria (il 27 per cento) e dieci in Sicilia (il 17 per cento), seguono il Lazio con otto, la Campania con sei, la Basilicata e la Puglia con quattro. Gli altri undici promotori sono sparsi nel resto d’Italia e non ci sono presenze di Emilia Romagna, Liguria, Sardegna e Val d’Aosta.
Chiudiamo con una nota regionale. Scorrendo i promotori campani spiccano due nomi: Vincenzo Colimoro e Domenico Falco. Il primo è stato dal 2001 al 2007 segretario e dal 2007 alla primavera del 2014 presidente dell’Associazione napoletana della stampa che ha guidato

Dario Damiani e Francesco Urraro

prima alla radiazione dalla Fnsi, decisione senza precedenti approvata il 3 marzo del 2014 dal consiglio direttivo della Federazione con 44 voti favorevoli, un astenuto e nessuno

contrario, e subito dopo al fallimento del sindacato partenopeo fondato nel 1912 perché c’era da versare tre milioni di euro al Comune di Napoli per i canoni non pagati per la Casina del boschetto in Villa comunale.
Il secondo è da decenni ai vertici regionali e nazionali di sindacato e Ordine e ha già provato a dare vita a un nuovo sindacato. Pochi mesi dopo il fallimento della Assostampa, il 24 luglio del 2014, Falco ha presentato a Napoli nella sede della Confcommercio, il Mug, movimento unitario giornalisti, di cui però da anni si sono perse le tracce. Ora Colimoro e Falco sono pronti a scendere di nuovo in campo.