Licenziamento Crescentini,
in tribunale stravince la Cgil

IN QUESTO AVVIO di 2009, segnato da licenziamenti e casse integrazioni, la Confederazione generale italiana del lavoro, guidata da Guglielmo Epifani, non ha  portato a casa grandi risultati, ma c’è una città, Napoli, dove i vertici del sindacato regionale e provinciale possono esibire un successo significativo in materia di licenziamenti.
Michele Gravano e Giuseppe Errico, assistiti dagli avvocati Antonio Azzarello e Massimo Di Celmo, stanno infatti stravincendo la battaglia

giudiziaria contro Ciro Crescentini, il sindacalista della Fillea (edili) che, dopo un quarto di secolo alla Cgil, è stato licenziato nel settembre del 2007.
Con il dispositivo reso noto il 27 febbraio dal giudice


Ciro Crescentini, Guglielmo Epifani e Giuseppe Errico

Maria Rosaria Lombardi, che ha chiuso il giudizio di primo grado, l’ex sindacalista degli edili ha incassato la terza, più pesante sconfitta dopo diciotto mesi di battaglie non solo giudiziarie. La sentenza arriva dopo che la stessa Lombardi aveva respinto il 5 marzo 2008 il ricorso d’urgenza, decisione confermata il 27 maggio in sede di reclamo dal collegio formato dal presidente Antonietta Savino, Maria Chiodi, relatrice, e Maria Pia Mazzocca.
“Rigetta il ricorso e compensa le spese”: in quattro parole c’è una sentenza sorprendente perché secca come una fucilata a chiudere, per ora, una questione che è riduttivo definire complessa.
“La controversia tra Crescentini e la Fillea-Cgil – razionalizza  l’avvocato Giuseppe Marziale, che con Patrizia Totaro assiste Crescentini – è una controversia in salita, considerando la natura sindacale della Fillea e le tutele particolari previste per tali organizzazioni dall’articolo 4 della legge 108 del ’90. Per una valutazione approfondita della decisione del giudice occorre attendere il deposito della motivazione. Siamo in ogni caso convinti della integrale illegittimità del licenziamento e la questione merita di essere coltivata


Filippo Beatrice, Giuseppe Marziale e Patrizia Totaro

in appello e, se necessario, in Cassazione”. Determinato e freddo il commento del legale, bollente invece la reazione del licenziato: “Sono esterrefatto e sconvolto. Mi aspettavo, se non la

reintegrazione, almeno il riconoscimento dell’illegittimità del licenziamento comunicato con un lettera che anche l’ultimo padroncino senza scrupoli avrebbe scritto meglio. Senza contare che all’origine della risoluzione del rapporto di lavoro ci sarebbe la denuncia che ho presentato nell’ottobre del 2006 sulle ‘inerzie’ dell’ispettorato del lavoro, una denuncia che nelle ultime settimane sta trovando conferme autorevoli”.
Crescentini si riferisce al blitz effettuato dalla Guardia di finanza a metà gennaio nella sede dell’Ispettorato del lavoro di Napoli nell’ambito delle indagini coordinate dal pm Giancarlo Novelli, indagini che si intrecciano con il fascicolo su violazioni contrattuali, infortuni e mobbing nei cantieri edili di cui si sta occupando il sostituto Francesco Curcio e con il filone sulle irregolarità nelle aziende di restauri al quale lavora il pm Filippo Beatrice.
“Forse sta per emergere – è il commento di Crescentini - la rete fitta di illegalità che caratterizza il settore edile, un’illegalità che dà a Napoli il tragico primato nazionale per le morti cosiddette ‘bianche’. E le indagini sono certamente un risultato importante. Ma sono battaglie quasi solitarie, sulle quali c’è un coinvolgimento dell’opinione pubblica del tutto insufficiente. Penso al

mio caso: ho quasi quarantanove anni, una figlia e mi ritrovo senza lavoro e senza stipendio. Non sono un carpentiere o un muratore che, dopo il licenziamento, riparte con una nuova azienda. Sono stato per venticinque anni


Fausto Bertinotti, Sergio Cofferati e Romano Prodi

un sindacalista funzionario politico e un lavoro non lo troverò mai. Cosa resta dopo battaglie a volte furiose, spesso anche pericolose, con tanti compagni che si fidavano di me e ora vedono i sindacalisti arrestati perché si vendono i loro diritti? Cosa resta dello sportello antimobbing che ho in sostanza inventato quattro anni fa, collegandomi alla struttura efficiente della Asl Napoli 1, e che ha dato una scossa alla Cgil napoletana e ha avuto un’eco forte anche fuori dal sindacato? Mi resta l’intervento nel volume pubblicato nel 2006 dalla Cgil nazionale per i cento anni della Confederazione, con i contributi di Bruno Trentin, Sergio Cofferati, Guglielmo Epifani, Antonio Pizzinato, Fausto Bertinotti, Giorgio Cremaschi, Romano Prodi,Tiziano Rinaldini e un solo sindacalista campano: Ciro Crescentini”.