La Finegil tenta il 'pacco'
con Lombardi e Di Canto?

IL 31 GENNAIO il direttore responsabile Andrea Manzi e il direttore amministrativo di fatto Giuseppe Carriero hanno comunicato all’assemblea dei dipendenti del quotidiano di Salerno La Città (tredici redattori, quattro poligrafici e due amministrativi) che la presentazione del piano industriale fissata per fine gennaio slitta di qualche settimana. Prima i nuovi editori, Giovanni Lombardi e Vito Di Canto, devono chiarire alcune questioni con i vertici della Finegil, la catena dei sedici quotidiani locali del gruppo l’Espresso,

che fino al 31 ottobre scorso era proprietaria del giornale. Lo showdown è fissato per il 6 febbraio a Roma.
Ci sono ancora da definire questioni molto impegnative che riguardano i vari passaggi tra le due società per i quali sono stati fissati sei mesi di transizione; in particolare si presenta spinoso e oneroso il nodo delle vertenze giudiziarie, che spaziano dai ricorsi per cause di lavoro alle citazioni per risarcimento danni da diffamazione.

Monica Mondardini (*)

La trattativa con la società Edizioni Salernitane di Lombardi e Di Canto è stata ufficializzata nei primi giorni di settembre. Per il gruppo l’Espresso l'hanno condotta, con la supervisione del presidente Carlo De Benedetti e l’amministratore delegato Monica Mondardini, il responsabile dei quotidiani locali Marco Moroni, il capo del personale Roberto Moro, il suo vice Romeo Marrocchio e il direttore editoriale Finegil Roberto Bernabò ed è andata avanti per oltre un mese per chiudersi il 25 ottobre con la firma dell'atto di vendita nello studio di un notaio capitolino.
L’obiettivo dei manager romani è scaricare sui nuovi proprietari, al di là della logica e, probabilmente, del diritto, tutte o quasi le pendenze maturate nei diciannove anni di gestione Finegil. Si tratta di un peso enorme che potrebbe affondare la neonata barca delle Edizioni. Per dare un’idea della dimensione economica della querelle facciamo qualche esempio. Tra i collaboratori, c’è Marco Mattiello che ha da tempo avviato un contenzioso con la Finegil perché di fatto allontanato dal giornale dopo diciassette anni in cui ha firmato anche più pagine al giorno e prodotto migliaia di articoli. Mattiello, assistito dall’avvocato Alfonso Esposito, ha presentato al giudice del lavoro di Salerno una richiesta di 600mila euro per le differenze retributive dovute per

Andrea Manzi

l'attività svolta dal 1997 al 2014, per il versamento dei contributi previdenziali e per i danni morali. La prima udienza è fissata per il 23 maggio davanti al giudice Ippolita Laudati.
Ancora più preoccupanti si presentano i ricorsi presentati dai redattori forse anche per ringraziare De Benedetti per la velocità e la disinvoltura con la quale li ha scaricati. Dieci giornalisti su tredici, difesi in gran parte dall’avvocato Lucio Giacomardo,

nel mese di ottobre si sono rivolti alla magistratura chiedendo il pagamento di tutte le attività svolte e non remunerate. Facendo un calcolo approssimativo, con una media di 70mila euro a giornalista si arriva a 700mila euro.
Accanto ai nuvoloni giudiziari ci sono raggi di sole emersi nei primi mesi della nuova gestione. Manzi ne evidenzia tre: è in fase di rifinitura la nuova sede e segnali positivi arrivano dalle vendite e dalla pubblicità.
Tra il 20 febbraio e la prima decade di marzo la redazione lascerà la sede di via San Leonardo, alla periferia sud di Salerno, per trasferirsi in pieno centro, a piazza Sant’Agostino, in un edificio del quale occuperà un piano di 350 metri quadri. Nel periodo novembre-dicembre le vendite, in controtendenza rispetto agli altri giornali, hanno registrato un segno più e ancora meglio è andata la raccolta pubblicitaria che è sempre curata dalla Manzoni.
Questi i dati per la raccolta locale dell’ultimo trimestre: a novembre +12 per cento rispetto allo stesso anno del 2015; a dicembre +11 per cento sul 2015; a gennaio 2017 addirittura +20 per cento rispetto al gennaio 2016.
Risultati decisamente notevoli confermati da Gerardo Polichetti, capo area Manzoni Salerno da diciassette anni dopo i primi tre da agente. “Con i

risultati degli ultimi mesi – dichiara a Iustitia Polichetti – ci piazziamo ai primissimi posti tra le filiali Manzoni locali. Una performance dovuta a una serie di fattori. Gli editori locali hanno radicamenti e contatti che l’editore che vive a Roma non ha. Manzi è tra i fondatori della Città e ha rapporti che arricchiscono il giornale. Qualche visitatore importante si è visto durante la direzione di Enzo D’Antona. Oggi è

Marco Mattiello

venuto al giornale Raimondo Pasquino, dal 2001 al 2013 rettore dell’università di Fisciano, e io che vivo in redazione a tempo pieno in venti anni non l’avevo mai visto. Un aiuto sorprendente e significativo ce lo stanno dando i concorrenti. Il Corriere del Mezzogiorno ha da tempo soppresso le pagine di Salerno che pure andavano bene; il Mattino fa un giornale piatto, a volte spento, e ha chiuso spazi importanti come la pagina di Cava. Per coprire la provincia più lunga d’Italia io ho sei persone, la Piemme che cura la raccolta pubblicitaria per il Mattino e il Corriere del Mezzogiorno ne ha due”.


(*) Da www.wikipedia.org