Il 7 dicembre Cgil a giudizio
per la citazione di Crescentini

È FISSATA PER il 7 dicembre, davanti al giudice del lavoro Maria Rosaria Lombardi, la prima udienza del ricorso d’urgenza, ex articolo 700, presentato dal dirigente della Fillea Cgil di Napoli Ciro Crescentini contro il suo sindacato che il 21 settembre con una lettera gli aveva comunicato “la risoluzione del rapporto di lavoro fin qui intercorso”. Un rapporto che “era

intercorso”per oltre venticinque anni perché Crescentini era entrato alla Fillea, il sindacato degli edili, come impiegato dal primo giugno del 1982, quando il segretario della camera del lavoro di Napoli era Michele Tamburrino, il regionale Edoardo Guarino e il


Ciro Crescentini e Giovanni Sannino

segretario nazionale Luciano Lama. Per chiudere un quarto di secolo di impegno e di battaglie sul fronte duro dei cantieri a Crescentini veniva offerta una sistemazione al di fuori del sindacato, la Cassa edile, con una retrocessione dal settimo al terzo livello.
Dopo qualche maldestro tentativo di far passare sotto silenzio la notizia che il più importante sindacato dei lavoratori licenziava un suo lavoratore, del licenziamento hanno inizialmente scritto Repubblica Napoli e il Corriere del Mezzogiorno; ne è seguita una raffica di centinaia di firme di solidarietà per Crescentini, un appello alla Fillea, la nascita di un comitato e di gruppi di sostegno, numerose testimonianze. Della vicenda si sono occupati anche giornali nazionali (Aprile on line, Panorama), mentre, se si escludono le dichiarazioni di dirigenti della Cgil campana, nessun sostanziale appoggio è arrivato ai responsabili della “interruzione del rapporto di lavoro”, il segretario provinciale della Fillea Giovanni Sannino, il numero uno della Camera del lavoro Peppe Errico e il segretario regionale della Cgil Michele Gravano.
A via Torino si sono resi conto che bisognava correre ai ripari: al sindacalista licenziato sono stati offerti, con il passaggio alla Cassa edile, 150mila euro, poi lievitati, inutilmente, a 200mila. Fallita l’operazione economica si punta ora a


Peppe Errico e Michele Gravano

disinnescare il ricorso d’urgenza perché un provvedimento di reintegro nel posto di lavoro non potrebbe non avere un’eco nazionale. Così Crescentini a pochi giorni dall’udienza si è ritrovato sul suo conto in banca un bonifico della Cgil con l’intera

liquidazione di venticinque anni alla Fillea, che in ogni caso gli avrebbero dovuto pagare subito dopo il licenziamento: l’obiettivo potrebbe essere convincere il magistrato che sono venute a mancare le motivazioni per un procedimento d’urgenza e si può rinviare la decisione ai tempi lunghi del giudizio ordinario.