Cinque dimissioni, salta
il consiglio di disciplina

IL 30 GIUGNO era convocata la riunione plenaria del consiglio di disciplina della Campania, l’organismo che si occupa dei procedimenti disciplinari e deontologici dei giornalisti della regione (al 30 giugno, i professionisti sono 1.641 e i pubblicisti 10.512, per un totale di 12.153). I consiglieri presenti erano cinque: il presidente Maurizio Romano, Massimiliano Amato, Marco Pellegrini, Nico Pirozzi e la pubblicista Barbara Ruggiero, che è la segretaria del consiglio. Preso atto delle assenze ricorrenti dei pubblicisti Carlo Alvano e Armando De Rosa (oltre che delle professioniste Cristina Cennamo e Carmela Maietta), i presenti hanno discusso dello stallo che

vive da cinque mesi il consiglio per l’ostruzionis di alcuni componenti insoddisfatti tra l’altro perché l’attività svolta non è remunerata. Constatata l’impossibilità di lavorare perché i tre collegi sono formati da due professionisti e un pubblicista e non possono

Ottavio Lucarelli e Marco Pellegrini

procedere a due cilindri, i cinque si sono dimessi facendo decadere l’intero consiglio. “È stata una scelta inevitabile; – spiega Maurizio Romano – per due anni abbiamo operato bene ma da febbraio, quando si è insediato il nuovo consiglio, si sono moltiplicati i contrasti e le assenze”.
La palla passa ora al presidente dell’Ordine regionale Ottavio Lucarelli che riformulerà le rose di dodici professionisti e sei pubblicisti da trasmettere al presidente del tribunale di Napoli Ettore Ferrara che sceglierà i sei professionisti e i tre pubblicisti del nuovo consiglio di disciplina.
A quel punto i consiglieri potranno riprendere l’attività senza ostacoli perché sono stati risolti o sono in via di soluzione gli intoppi esterni: l’assicurazione per i consiglieri è stata definita e bloccata prima della firma soltanto per la paralisi degli ultimi mesi; quattro anni dopo il varo l’Ordine ha finalmente messo a disposizione del consiglio una stanza, dei computer e un armadio per custodire i faldoni; anche per le convocazioni dei collegi e del plenum saranno autonomi. Resta da sciogliere soltanto un ultimo nodo: le notifiche.
L’Ordine è un ente pubblico che dispone di un bilancio ricco e ha nella sostanza due compiti: la tenuta degli albi e la vigilanza su disciplina e deontologia degli iscritti; a questi compiti da qualche anno si è aggiunta la formazione dei giornalisti. Per quel che riguarda il consiglio di disciplina le decisioni dei collegi devono essere notificate all’autorità giudiziaria e agli interessati. L’incarico è affidato alla segreteria dell’Ordine regionale che dispone di tre unità: Anna Trosely, l’eterno Nino Trevisan (settantotto anni, dal 2004 in pensione, da allora consulente) e Nicla Augenti (dallo scorso ottobre sostituita da Luisa De Filippo con un contratto interinale), con retribuzioni complessive, secondo i dati del bilancio 2016, di 138mila euro. La

Armando De Rosa e Carmela Maietta

notifica delle decisioni del consiglio non può essere rinviata per presunti impegni dell’ufficio ma va consegnata con tempestività. Non sempre è così e in alcuni casi non parte nemmeno, una scelta clamorosa che non ha una paternità e quindi non ha un responsabile.

Vadiamo un caso concreto. Nel luglio dello scorso anno scoppia una polemica fragorosa e violenta tra i direttori di due quotidiani di Salerno: Stefano Tamburini, allora alla guida della Città, e Tommaso D’Angelo, numero uno di Cronache. La querelle nasce da un tweet urticante di Tamburini al quale D’Angelo replica con un fondo a palle incatenate; della vicenda si occupa subito il consiglio di disciplina che convoca D’Angelo per il 9 settembre successivo. L’istruttoria va avanti per alcuni mesi e si conclude con la delibera adottata il 3 febbraio dal collegio presieduto da Pirozzi con consiglieri Cennamo e De Rosa. Da allora sono trascorsi cinque mesi e al 3 luglio la decisione riposa ancora in qualche cassetto della segreteria dell’Ordine regionale.