La Fnsi all'unanimità
riaffilia la Campania

DOPO UN VUOTO durato quattordici mesi la Fnsi riaffilia un sindacato campano dei giornalisti e torna ad essere presente in tutte le regioni d’Italia.
Il 28 aprile, nel corso dei lavori del consiglio nazionale della Federazione, coordinati dal segretario Raffaele Lorusso, dal presidente Santo Della Volpe e dal direttore Giancarlo Tartaglia, all’unanimità è stata approvata la richiesta di adesione presentata dal Sindacato giornalisti campani, guidato dal presidente Armando Borriello e dal segretario Claudio Silvestri.
La decisione è arrivata dopo che il 21 aprile la giunta ha votato a maggioranza

il rientro della Campania; si sono astenuti i presidenti delle Associazioni stampa della Calabria, Carlo Parisi, del Molise, Giuseppe Di
Pietro
, e la milanese Daniela Stigliano. La giunta ha posto

Raffaele Lorusso e Carlo Parisi

soltanto tre condizioni. La prima è il cambio del nome: Sindacato giornalisti della Campania ha la stessa sigla, Sgc, del Sindacato giornalisti della Calabria, guidato da Parisi, che ha posto la questione con grande vigore. Il problema è stato rapidamente affrontato e risolto con il cambio di nome della associazione napoletana in Sindacato unitario giornalisti della Campania, Sugc. La seconda condizione stabilisce l’obbligo di fissare le elezioni nel giro di sei mesi e quindi entro il 28 ottobre. La terza prevede l’introduzione di una norma transitoria per consentire a chi è iscritto al Sugc anche solo da due mesi di partecipare al voto e di candidarsi. È stato inoltre deciso di assegnare alla Campania due consiglieri nazionali, un professionale (professionista) e un collaborate (pubblicista) che verranno indicati dal Sugc nel giro di pochi giorni.
Intanto la Federazione ha girato a Napoli l’elenco dei 350 giornalisti che nel 2014, pur in assenza di un’associazione regionale che li tutelasse (ammesso che prima questo compito venisse svolto), hanno versato la quota sindacale attraversato la trattenuta automatica sulla retribuzione o sulla pensione e che ora dovranno confermare l’adesione al Sugc che al momento conta 120 iscritti

Santo Della Volpe e Daniela Stigliano (*)

che pagano quote annuali diversificate: 90 euro i giornalisti con contratto; 80 euro i collaboratori; 50euro, da girare quasi per intero alla Fnsi, per chi ha un reddito annuo inferiore ai 15mila euro. Con l’elenco

sono arrivati anche 14mila euro raccolti dalla Casagit, la cassa autonoma integrativa di assistenza sanitaria, che opera il prelievo.
Ora la pattuglia di giornalisti che negli ultimi dodici mesi si è assunto il compito difficile di far nascere un nuovo sindacato ha davanti sfide ancora più impegnative: allargare la base associativa in tempi in cui la parola ‘sindacato’ a tanti fa venire l’orticaria, per di più in una regione in cui da decenni la gestione è stata caratterizzata da superficialità, disinvolture, assenze e in diversi casi da ruberie grandi e piccole; per le grandi vedi le centinaia e centinaia di milioni di lire spariti in non si sa quali tasche durante la gestione del circolo della stampa, come certificato dalle sentenze della magistratura. Una gestione sfociata nell'aprile del 2014 nello scioglimento dell’Associazione napoletana della stampa che comunque non ha risolto il nodo del debito di tre milioni e mezzo di euro nei confronti del comune di Napoli.
Nel primo commento dopo il voto del consiglio nazionale il presidente del Sugc Armando Borriello ha messo in evidenza la necessità di puntare all’unità

della categoria in Campania, chiudendo la contrapposizione con il Movimento unitario giornalisti, guidato dal pubblicista Domenico Falco, che per mesi ha cercato l'affiliazione alla Fnsi. Ma il primo

Armando Borriello e Giancarlo Tartaglia

comunicato del Mugi, diffuso il 29 aprile, non sembra lasciare grandi margini di trattativa. Eppure il quadro appare abbastanza chiaro.
Quando Falco è stato sentito a Roma dalla giunta esecutiva e dalla consulta delle associazioni regionali di stampa ha dichiarato di avere 1800 iscritti e ha confermato che la quota annuale di iscrizione al suo movimento è di trenta euro, ma chi ha difficoltà economiche può pagare meno o anche niente. Una scelta che impedisce qualsiasi dialogo con la Fnsi che non a caso anche nel documento approvato all’unanimità dal consiglio nazionale ribadisce le quote annuali da girare alla Federazione: “si conferma la quota di iscrizione di competenza della Fnsi nella misura di 45 euro per i collaboratori e di 50 euro per i contrattualizzati”.


(*) Da www.fnsi.it