In forse il voto all’Ordine,
il Tar decide il 18 maggio

ALLE 10 DEL 18 maggio la seconda sezione del tribunale amministrativo regionale, presieduto da Vincenzo Salamone, si pronuncerà sull’azione promossa da ventisette giornalisti ai quali nell’ottobre del 2021 era stato illegittimamente vietato di votare per l’Ordine regionale e per i tre consiglieri da eleggere al Nazionale.
Le ragioni dei ricorrenti, assistiti dai legali del sindacato campano Luisa D’Alterio e Luigi De Martino, vengono accolte dai giudici della settima sezione civile del tribunale di Napoli (presidente Gian Piero Scoppa, consiglieri Francesco Paolo Feo e Loredana Ferrara, componenti laici giornalisti il professionista Vincenzo La Penna e il pubblicista Riccardo Stravino) che il 30 novembre scorso depositano le quattro

pagine dell’ordinanza scolpendo parole chiarissime: “la tornata elettorale va ripetuta”.
Di fronte alle argomentazioni solide del

Luisa D’Alterio, Luigi De Martino e Gian Piero Scoppa

tribunale civile partenopeo l’Ordine nazionale, presieduto da Carlo Bartoli, decide di non presentare appello e il provvedimento diventa definitivo. A questo punto il ministro della Giustizia Carlo Nordio commissaria l’Ordine campano e il 18 gennaio ne affida la gestione al giornalista emiliano, con natali veneti, Gerardo Bombonato.
Sembrerebbe tutto finito ma non è così. Il 26 gennaio il consiglio dell’Ordine nazionale fissa le date per il voto ma decide anche che i giornalisti della Campania voteranno solo per gli organismi regionali e quindi i tre consiglieri nazionali (i professionisti Antonio Sasso e Carlo Verna e il pubblicista Alessandro Sansoni) rimarranno in carica.
I ricorrenti informano i vertici dell’Ordine nazionale che sono decisi a far rispettare per intero l’ordinanza del tribunale di Napoli; da Roma replicano che “l’oggetto del giudizio è circoscritto alle elezioni regionali”. Si tratterebbe quindi di un voto dimezzato.
Diventa così inevitabile andar avanti e il 13 febbraio gli avvocati D’Alterio e De Martino notificano all’Ordine nazionale il ricorso al Tar. Ora toccherà ai giudici amministrativi decidere.