Tgr Rai, tacciono tutti
sull'esposto in procura

A VIA MARCONI la bacheca del comitato di redazione della Rai è desolatamente vuota. Eppure il 20 febbraio un deputato, Francesco
Barbato
, ha presentato alla procura della Repubblica di Napoli un esposto con trentaquattro allegati chiedendo al procuratore aggiunto Francesco Greco (titolare della sezione reati contro la pubblica amministrazione) di verificare eventuali ipotesi di reato nella gestione dei servizi giornalistici della

sede Rai partenopea dal luglio 2003 guidata da Massimo Milone.
È una denuncia che, secondo gli 'storici' di vicende Rai, non ha precedenti in Italia, ma il cdr (Ettore De Lorenzo, Rino Genovese, Silvio Luise) ha scelto la strada del silenzio: nessun


Ettore De Lorenzo, Rino Genovese e Silvio Luise

comunicato, nessuna dichiarazione e neanche un’assemblea per fare il punto sull’esposto di Barbato e sulle reazioni zero, in azienda e fuori, al durissimo documento approvato dalla maggioranza della redazione nel luglio scorso.
Tace, e non è una novità, anche Carlo Verna, dall’ottobre 2006 segretario dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai. Dichiarazioni reboanti nelle kermesse allestite in tutt’Italia con lo slogan “Riprendiamoci la Rai” (il tour con il presidente della Federazione della stampa Roberto Natale il 7 dicembre ha toccato Napoli, con incontro pubblico alla sala dei Baroni al Maschio Angioino), senza mai chiarire bene chi se la deve riprendere questa Rai.
Dichiarazioni reboanti quando nei fatti non dai fastidio a nessuno: è il caso del giorno di sciopero proclamato nell’autunno del 2010 contro la chiusura di Neapolis, trasmissione morta quattro mesi prima. Verna assicurò al diligente cronista Carlo Franco del Corriere del Mezzogiorno “è solo l’inizio”. E invece, come era facile prevedere, era anche la fine.
Silenzioso invece il segretario dell’Usigrai quando la materia è calda o addirittura incandescente: non si è sentita la sua voce quando i giornalisti Rai


Roberto Natale e Carlo Verna

hanno diffuso un dossier e un verbale d’assemblea con un elenco puntiglioso di numeri e di vicende che in qualsiasi azienda pubblica o privata avrebbero portato a una immediata verifica dei fatti segnalati; non si

sta sentendo la sua voce ora che sulla gestione dell’informazione Rai in Campania c’è la richiesta di intervento della procura della Repubblica. Soltanto attività sotto traccia: telefonate, conversazioni e un lungo incontro nei giorni scorsi a Roma con Alessandro Casarin, direttore della Tgr, la testata giornalistica regionale, da cui dipende la redazione di Fuorigrotta.
Imbarazzante il silenzio dei sindacalisti, in qualche modo comprensibile il silenzio di Massimo Milone. Ha incassato l’interrogazione dei parlamentari dell’Italia dei valori e due settimane più tardi l’annuncio di Barbato dell’esposto in procura.
Nella mattinata del 20 febbraio, alla conferenza stampa organizzata dal deputato davanti all’ingresso della procura di Napoli dopo l’incontro con il procuratore aggiunto Greco, Milone ha mandato, non sappiamo se su richiesta del direttore Casarin, il telegiornalista Claudio Della Rocca e al tg delle le 14 condotto da Anna Teresa Damiano ha fatto leggere un breve testo mentre scorrevano le immagini della conferenza stampa. Nel pomeriggio si è chiuso

nella sua stanza e ha messo in ordine le idee e le carte, poi in serata è andato con la moglie Barbara Nicolaus a palazzo San Teodoro alla Riviera di Chiaia dove festeggiava i sessantacinque anni Raffaele Calabrò, senatore del Pdl,


Stefania Buda, Laura Caico e Anna Teresa Damiano

assessore regionale ombra alla Sanità, ordinario di Cardiologia alla Sun (Seconda università di Napoli) e uomo di punta dell’Opus dei in Campania.
Ci racconta la serata Laura Caico del Roma con una cronaca dettagliata, arricchita da sei foto e da un elenco interminabile di ospiti, che comincia con “il prefetto di Napoli Andrea De Martino con la moglie Irene, il già procuratore capo Giovandomenico Lepore con Gloria, il comandante interregionale della Guardia di Finanza generale Vito Bardi con Gisella”.
Ma chi c’era dice che non ha visto il solito Milone cordiale e sorridente e che si è isolato a lungo per parlare fitto fitto con Stefania Buda, sostituto procuratore della sezione reati contro la pubblica amministrazione e moglie del preside della facoltà di Architettura della Sun Carmine Gambardella.
Tace Milone, tacciono i sindacalisti locali e nazionali, non tacciono gli uffici romani della Rai che hanno il compito di preparare le risposte alle interrogazioni parlamentari presentate alla commissione di Vigilanza sulla Rai.
La direzione Relazioni istituzionali e internazionali di viale Mazzini (guidata da Marco Simeon e dal vice Stefano Luppi, mentre la preparazione dei testi è affidata ai funzionari Pier Paolo Poli e Roberta Tumminelli) il 29 febbraio ha inviato alla Vigilanza la risposta all’interrogazione presentata il 3 febbraio


Vito Bardi e Giovandomenico Lepore

dal senatore Francesco Pardi e dal deputato Francesco Barbato che avanzavano pesanti riserve sulla gestione dell’informazione fornita dal tg campano. Ed è una risposta imbarazzante

perché glissa sui punti più gravi dell’interrogazione (ad esempio il rapporto tra Milone e il preside della facoltà di Architettura della Seconda università di Napoli Carmine Gambardella); sostiene tesi smentite dai dati elaborati dalla redazione napoletana della Rai (“la presenza del cardinale Crescenzio Sepe al Tgr della Campania equivale a quella dell’arcivescovo di Milano al Tgr della Lombardia”, scrive l’ufficio Relazioni istituzionali; nel luglio del 2011 i redattori Rai napoletano hanno invece certificato che “nell’arco di cinque anni ci sono stati in Campania 1332 servizi e notizie su Sepe e in Lombardia 371 servizi sull’arcivescovo di Milano”, aggiungendo che il Tgr Lazio, nello stesso periodo, ha realizzato 752 servizi sul Papa”); inserisce notizie del tutto non veritiere (secondo le Relazioni istituzionali, “non risulta che il Caporedattore Milone abbia mai avuto alcun incarico di docenza presso l’università Suor Orsola Benincasa”, mentre basta collegarsi con il sito del Suor Orsola per trovare Milone docente di Etica e deontologia al master di Giornalismo”).
“La risposta fornita dalla Rai – commenta con Iustitia il senatore Pardi – è del tutto insoddisfacente e chiederò conto della tante inesattezze e notizie non vere contenute nel testo”.