Ordine, parte
la formazione

È PARTITO a metà marzo il piano di incontri, convegni e corsi organizzato dall’Ordine regionale, d’intesa con il nazionale, per la formazione dei giornalisti, prevista da una legge del 2011 (la numero 148) e dal regolamento varato nello scorso dicembre. Dal 2014 la formazione, obbligatoria per tutti i professionisti e i pubblicisti iscritti all’albo da almeno tre anni, passa attraverso la partecipazione gratuita a iniziative promosse dall’Ordine campano con il riconoscimento di un numero di crediti, variabile da quattro a dieci, fino al traguardo dei sessanta crediti da raggiungere nell’arco del triennio. Per chi non

rispetta l'obbligo della formazione è prevista, alla scadenza dei tre anni, l'avvio di un'azione disciplinare. Ma questa ‘minaccia’, va detto, non è un grande


Ottavio Lucarelli, Paolo Mainiero e Ermanno Corsi

deterrente in considerazione del fatto che il consiglio di disciplina regionale (presidente Mimmo Carratelli, segretaria Barbara Ruggiero), che si dovrebbe occupare delle sanzioni, ha compiuto il primo anno di vita, ma non è ancora riuscito a deciderne neanche una. 
Intanto dopo l’assemblea finale, anzi ‘semifinale’, dell’Assostampa sciolta con una procedura di voto che non ha rispettato le indicazioni dello statuto, il 4 aprile all’hotel Alabardieri si è svolta l’assemblea per l’approvazione dei bilanci consuntivo 2013 e preventivo 2014 dell’Ordine regionale dei giornalisti. Rito senza sussulti con il solito tentativo dell’ormai prossimo ai settantacinque anni Ermanno Corsi, uscito di scena nel 2007 lasciando 385mila euro di debiti nei confronti dell'Ordine nazionale, di gettare ombre sulla gestione del presidente Ottavio Lucarelli, del segretario Pino De Martino e del tesoriere Paolo Mainiero. Un tentativo stoppato dal commercialista che da dieci anni cura la stesura dei bilanci, Gennaro Corcione, intervenuto per correggere i numeri forniti da Corsi.
E vediamo qualcuno dei numeri citati nella relazione di Mainiero. Il 2013 si è chiuso con un rosso di 55mila euro rispetto all’attivo di 58mila registrato nel 2012 pur avendo le entrate raggiunto i 784mila euro, con un incremento nell’anno di 32mila euro. Sono cresciute in modo significativo le spese per il personale (+ 14mila euro), per premi, seminari e manifestazioni (+ 15mila


Pino De Martino

euro) e, soprattutto, per il funzionamento dell’Ordine salite a 201mila euro rispetto ai 121mila dell’anno precedente. Nel 2013 sono stati anche cancellati
680 giornalisti pubblicisti perché morosi.
Ancora due notazioni. Nel prossimo bilancio andrà cancellato il credito di 74.521 euro vantato nei confronti dell’Associazione napoletana della stampa. Continuano a lievitare, e non se ne capisce il motivo, le erogazioni e i contributi per premi (Giancarlo Siani, Mimmo Castellano, Roberto Ciuni, Francesco Landolfo) e per manifestazioni varie, con ingiustificabili interventi a

pioggia degni di un assessorato provinciale. Se proprio si vuole dare un sostegno finanziario lo si concentri su un solo premio, o manifestazione, di particolare pregio e si taglino le altre distribuzioni.
Per chiudere un confronto improprio perché l’iscrizione all’Ordine è un obbligo previsto dalla legge del 1963: nell’assemblea del 31 marzo il tesoriere del sindacato Filiberto Passananti ha dichiarato 38 euro in cassa e 375 sul conto corrente; il tesoriere dell’Ordine Paolo Mainiero ha presentato un bilancio con 281.857 euro sui conti correnti, di cui 8.631 alla Banca Nazionale del Lavoro, 86.719 al Banco Posta e 186.507 al Banco di Napoli.