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"Piena trasparenza al
consiglio di disciplina" |
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NELL’AGOSTO del 1987 Mimmo Carratelli viene chiamato da Nonno a guidare la redazione sportiva del Mattino al posto di Romolo Acampora; un quarto di secolo dopo il presidente del tribunale di Napoli Carlo Alemi nomina Carratelli al consiglio di disciplina, l’organismo che si occupa della questioni deontologiche e disciplinari dei giornalisti campani, che il 29 novembre si insedia alla presidenza al posto del dimissionario Acampora.
Nella sua casa all’inizio di via Orazio, che ha una grande vetrata sul porticciolo di Mergellina e dietro Castel dell’Ovo e il Vesuvio, Iustitia ha intervistato, il |
neo presidente, cosentino di Fiumefreddo Bruzio, ottanta anni da compiere il prossimo 4 aprile e oltre sessanta spesi a fare il giornalista.
“La nomina – spiega – è giunta del tutto inattesa. Ho incontrato gli altri otto componenti per l’insediamento, ma |

Carlo Alemi e Pasquale Nonno |
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soltanto alla prossima riunione, fissata per metà gennaio, cominceremo a lavorare. Ho una laurea in Giurisprudenza alla Federico II, ma non basta; devo studiare, devo documentarmi. Bisognerà anche organizzare un minimo di struttura: non abbiamo una stanza, non abbiamo neanche un armadietto per i fascicoli. Di una cosa però sono certo: darò la massima trasparenza alla decisioni del consiglio con comunicati alle agenzie, ai giornali, alle tv e chiederò la pubblicazione dei provvedimenti sul sito dell’Ordine dei giornalisti perché non ha senso suonarcela e cantarcela tra di noi”.
L’Ordine regionale viene da anni bui, seguiti da anni di sostanziale disattenzione alla deontologia. Cominciamo allora a capire quale sarà l’approccio di Carratelli ad alcuni dei principali aspetti della materia. Partiamo dalla stretta attualità: il 29 novembre il Mattino on line ha messo in rete sette foto molto dure del corpo di Federico Perna, il detenuto morto in circostanze oscure nel carcere di Poggoreale. Risalendo invece a un anno fa il giornalista |

Antonio Esposito (*) e Antonio Manzo
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Bruno De Stefano ha pubblicato in coda a un libro sul cronista Giancarlo Siani otto “foto raccapriccianti” scattate dalla polizia scientifica la sera dell’omicidio avvenuto nel settembre 1985.
“Penso che il diritto di cronaca vada difeso con |
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le unghie, tenendo però conto della sensibilità di chi legge o guarda e, soprattutto, senza sollecitare inaccettabili morbosità. Nel caso del detenuto di Poggioreale avrei scelto la foto meno impressionante e l’avrei messa in rete. Non capisco e non accetto invece la pubblicazione di immagini raccapriccianti a distanza di decenni dai fatti”.
Il 5 agosto l’intervista di Antonio Manzo del Mattino al giudice Antonio Esposito, presidente della sezione feriale della Cassazione che ha condannato Silvio Berlusconi per evasione fiscale, ha scatenato polemiche violente e creato molti problemi al magistrato, nei confronti del quale sono stati avviati procedimenti disciplinari.
Nel difendersi Esposito ha sostenuto che il testo messo in pagina dal Mattino è diverso da quello concordato con il cronista. Dell'operato del magistrato si occupano il Consiglio superiore della magistratura, “organo di autogoverno”, e il procuratore generale della Cassazione, mentre nessuno fa luce sul lavoro del giornalista. Ma al di là del caso specifico, il consiglio di disciplina si deve occupare delle scelte professionali dei giornalisti che vengono segnalate come non corrette?
“Su questo punto sono netto. Tranne casi molto particolari e molto gravi, ritengo che in vicende come quella dell’intervista di Manzo a Esposito il consiglio di disciplina non debba intervenire. Se cominciamo a
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interessarci di come il giornalista fa il suo lavoro dovremmo riunirci notte e giorno per poi non concludere niente”.
Ultimi due nodi: il record |

Caterina Balivo, Anna Di Chiara e Barbara Di Palma |
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campano di giornalisti indagati, rinviati a giudizio e arrestati; gli scritti agli albi, professionisti e pubblicisti, che fanno pubblicità, attività vietata dalla legge istitutiva dell’Ordine, con casi clamorosi come la pubblicista Caterina Balivo (il primo esposto risale al giugno 2008), la professionista Barbara Di Palma e la conduttrice tv Anna Di Chiara.
“Non c'è molto da dire su chi è coinvolto in procedimenti penali. In caso di "mandato di cattura" scatta automatica la sospensione prevista dalla legge. Per gli altri, nel rispetto del dettato costituzionale, che prevede la presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva, si tratterà di attendere la conclusione dell’iter giudiziario. Per quanto riguarda i giornalisti che fanno pubblicità, una volta avviato il procedimento disciplinare e sentito l’interessato, se l’attività di testimonial dovesse continuare non c’è altra strada che la radiazione”. |
(*) Da www.ilfattoquotidiano.it |
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