|   | 
                        prima e paginone centrale Mazzarri:  ho una filosofia per il campo e per la vita). Demarco incalza e il mister, che sta sui campi di pallone da una vita e  credeva di conoscere tutti o quasi, si accorge con inquietudine di ignorare  l’esplosione di tanti nuovi talenti del vivaio locale. “Mazzarri - scrive  Demarco - ha riportato a Napoli la razionalità del tempo strappato al fatalismo  e ha reso popolare la ragione aristotelica nella città di Galiani e Giannone, Filangieri e Genovese”.  
                          Dimentica di citare i fratelli Lorenzo e Roberto Insigne, ma subito recupera. Mazzarri gli dice:  “preferisco essere, più che apparire”; e Demarco replica pronto: “messa così,  tra Heidegger e Pirandello la sua è un’affermazione alquanto  smarginata”.  
                        L’incontro si snoda tra un caffè e una sigaretta elettronica nell’arco                            | 
                          | 
                        di un paio d’ore, toccando tutti gli argomenti cari al direttore e soprattutto all’allenatore (la  metafisica del Tempo, l’Eterno Divenire di un cronometro agitato a bordocampo,  l’essenza illuministica di un corner, la simbologia di una rimessa laterale). E  Mazzarri, dopo questa intervista, può legittimamente aspirare a quel soprannome  (allenatore filosofo) con cui una volta era conosciuto il compianto Manlio  Scopigno. 
                        L’incontro termina con una confidenza del tecnico toscano: "prima  o poi scrivo quel libro che ho in mente da tanto tempo". Dovrebbe trattarsi di  un saggio a quattro mani col filosofo Massimo Cacciari. Fenomenologia e  implicazioni esistenziali del the caldo tra il primo e il secondo tempo. Con  prefazione di Demarco, che dovrà anche rivelare a Mazzarri che Heidegger è un  1889.                           | 
                          |