Congresso Fnsi: il Sugc
vince, débâcle Lucarelli

LE ELEZIONI PER i delegati al congresso della Federazione nazionale della stampa, che si terrà a Levico Terme dal 12 al 14 febbraio, hanno un vincitore: è il gruppo dirigente del Sugc, il sindacato dei giornalisti campani nato nei primi mesi del 2014, dopo il vergognoso scioglimento della centenaria Associazione napoletana della stampa, ed è formato dal segretario Claudio Silvestri, dal presidente Armando Borriello e dal consigliere Fnsi Gerardo Ausiello.
Il gruppo, che aderisce a Controcorrente, la componente sindacale che governa la Fnsi, ha ottenuto sette (con Silvestri, Borriello e Ausiello, ci sono Cappella, Roano, Cava e Cavallo) degli undici delegati professionali raccogliendo 212 preferenze su 363 votanti (il 61 per

cento) e l’intero blocco dei quattro collaboratori (Necco, Esposito, Mastrolonardo e Andreone), che comunque correvano senza avversari esterni a Controcorrente.
La tornata elettorale del 12-14 ottobre ha dei vincitori e anche uno

Armando Borriello e Renato Cavallo

sconfitto: il presidente dell’Ordine campano Ottavio Lucarelli. In un primo tempo ha sperato che la scalata al Sugc tentata nello scorso aprile da Domenico Falco, Francesco Ferraro e Alessandro Sansoni, con il blocco di 150 iscrizioni e la mazzetta di 7.500 euro in banconote da 50, riuscisse a modificare la platea degli iscritti al sindacato. Poi quando le iscrizioni sono state respinte e dell’operazione ‘mazzetta’ ha cominciato a occuparsi il sostituto procuratore della Repubblica di Napoli Maria Sofia Cozza della sezione reati economici guidata dall’aggiunto Vincenzo Piscitelli, ha capito che andava battuta un’altra strada.
Lucarelli, sessanta anni compiuti a maggio, ha un’ossessione: difendere contro tutti la poltroncina di numero uno dell’Ordine regionale che ha conquistato nel giugno del 2007 spodestando Ermanno Corsi che la occupava dal 1989. Quindi la nascita di qualsiasi gruppo di giornalisti che si organizza e inizia a consolidarsi, anche se in terreni del tutto diversi dall’Ordine come il sindacato, va polverizzato. Si spiegano così gli attacchi sorprendenti ai corsi di aggiornamento professionale organizzati dal Sugc su input della Fnsi insieme alla società lucana ForMedia presieduta da Renato Cantore e l’attivismo frenetico e poco concludente sui social. Si spiega così la decisione di scendere in campo con una sua lista nella competizione per i delegati al congresso alla

Luciana Esposito e Massimo Mastrolonardo

quale, mal consigliato, ha partecipato in prima persona e di impegnarsi a fondo con risultati decisamente modesti. Qualche dato. Ha incassato una serie di no alla proposta di candidatura: ha rifiutato la segretaria dell’Ordine regionale Titti Improta;

ha quindi cercato di sfondare nell’area Mattino per contrastare due cronisti noti schierati con Controcorrente (Ausiello e Roano) ricevendo risposte negative da Paolo Mainiero e da Marilicia Salvia. Ha ripiegato allora su Carla Errico della redazione di Salerno e su Gianni Colucci della sede di Avellino, segretario provinciale in carica del Sugc, che nell’urna, forse anche per la scarsa coerenza dimostrata, è stato penalizzato piazzandosi con 92 preferenze all’ultimo posto tra tutti i candidati. Alla fine di una campagna acquisti a tutto campo non è riuscito neanche a mettere insieme undici candidati ma si è fermato a dieci. Una pattuglia poi ridotta a otto perché la commissione elettorale (Pier Paolo Petino presidente, Titti Alvino segretaria, Pasquale Carlo, Marzio Di Mezza, Valeria Garbin, Geppina Landolfo, Giuseppe Picciano, Carmine Primavera) ha tagliato Massimo Calenda e Adriana Costanzo che non avevano pagato le quote d'iscrizione.
Si è speso senza risparmio anche nelle tre giornate del voto quando si è piazzato stabilmente all’ingresso del palazzo di vico Cappella Vecchia. Insieme ai pubblicisti Falco e Sansoni e a Enzo Colimoro e Gianni Ambrosino, testimonial perfetti per un nuovo sindacato in quanto presidenti nei tredici anni finali dell’Assostampa, ha creato nel passaggio obbligato per chi andava a votare un effetto ‘forche caudine’ dove gli elettori potevano essere blanditi, sollecitati, richiamati o ‘pressati’.
Vediamo ora il risultato di tanto lavoro. La lista ‘Giornalisti uniti per la

Campania’ ha raccolto 140 preferenze e quattro delegati: Ottavio Lucarelli, Alfonso Pirozzi, Marisa La Penna e Vanni Fondi che ha incassato 105 preferenze, le stesse di Gianni Russo eliminato per la maggiore anzianità anagrafica.

Stefano Andreone e Gianpaolo Necco

Con questa improvvida discesa in campo il numero uno dell’Ordine regionale è riuscito a incassare una cocente sconfitta elettorale (con 126 preferenze è lontano dalle 140 schede della sua lista) dopo undici anni di successi indiscussi e a certificare che c’è un gruppo giovane e più credibile che si sta consolidando facendo lentamente crescere il sindacato in Campania.
Ma nonostante le crepe emerse in questa tornata elettorale va anche detto che per l’Ordine si giocherà un’altra partita perché la platea elettorale dei professionisti è più che doppia rispetto a quella del sindacato e quindi i rapporti di forza cambiano. Sarà però necessario tirare fuori idee nuove perché ha un effetto comico leggere dichiarazioni centrate esclusivamente sull’unità e vedere iniziative che puntano soltanto a spaccare e, soprattutto, rinnovare la squadra dei compagni di viaggio, molti usurati e qualcuno decisamente poco presentabile.