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Napoli, via Speranzella. La sede provvisoria del Sindacato |
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29 aprile, nasce morto
il Sindacato giornalisti |
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Si è tenuta il 29 aprile, nella sede dell’associazione Oikos a via Speranzella, ai Quartieri Spagnoli, la prima assemblea del Sindacato giornalisti della Campania, fondato due mesi fa nello studio del notaio Chiara D’Ambrosio da tre giornalisti professionisti (Armando Borriello, Marcello Curzio e Claudio Silvestri) e da un pubblicista, Alessandro ...
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Nicola Cosentino e Maria Elena Stasi |
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Cormezz, avanti
con piccoli passi |
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Avanza a piccoli passi il Corriere del Mezzogiorno di Antonio Polito, direttore da febbraio. Il nuovo volto del quotidiano dovrebbe assumere contorni più nitidi dopo la firma dell’accordo sulla multimedialità tra l’azienda e il comitato ... |
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Libreria
nel mirino |
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Lui, Gianni Loffredo, somiglia sempre di più a quei soldati giapponesi della seconda guerra mondiale che, dopo la resa ... |
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Angelo Agrippa, Armando Cesaro e Roberto D'Antonio |
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del cognome che porta, non vuole fare politica solo perché è figlio di Luigi Cesaro, ex presidente della Provincia di Napoli reso immortale da alcune esternazioni alla stampa come il riferimento natalizio all’amministratore della Fiat Melchiorre o i diktat di Berlusconi che nel tragitto tra Arcore e piazza Matteotti a Napoli diventavano profumati tic
tac. Cesaro non è più presidente della Provincia, ma nessuno lo ha dimenticato, e anche lui, come madame Jeanne Antoinette Poisson de Pompadour, potrebbe affermare con legittimo orgoglio:“Apres nous le déluge”.
Lo pensa forse anche Roberto D’Antonio, portavoce del presidente della Provincia, che |
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alle 19,39 del 25 aprile (si, era festa, ma lì a piazza Matteotti lavorano anche nei giorni di festa) invia agli organi di informazione una dichiarazione del presidente in occasione della ricorrenza della Liberazione.
Quale presidente? Ma Cesaro, naturalmente, perché siamo fatti di emozioni, prima che di freddi comunicati. Poi D’Antonio ci ripensa, la ragione prende il sopravvento sul cuore e alle 19,41 informa la stampa che il presidente è cambiato e ora si chiama Antonio Pentangelo.
E a noi resta una curiosità, un rimpianto e un cruccio: come avrebbe tradotto in italiano Giggino ‘a purpetta il nome della marchesa de Pompadour? |
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I Cesaroni |
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Armando non è un unto, né un raccomandato. È uno che si è fatto da solo e lo dichiara il 29 marzo in una intervista lunga e appassionata di Angelo
Agrippa, giornalista del Corriere del Mezzogiorno e sensibile cronista delle vicende casertane e cosentine. “Io figlio di papà? Macché, i voti sono miei” dice perciò con voce ferma Armando Cesaro, classe ’82, figlio di Giggino ‘a purpetta e in procinto di scendere in campo per tentare di salvare le sorti dell’Italia. “Ricevo persone, coordino riunioni, propongo strategie elettorali. Nel partito non c’è chi lavora più di me”, dice. E Agrippa trascrive partecipe.
Armando non vuole farsi forte |
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