Ferruccio de Bortoli e Marco Demarco

 
 

Solidarietà a Demarco,
'manca' però de Bortoli

 
 
 

Vasquez, Amendola, Orlando, Fulvio Martusciello, Ottavio Lucarelli, Colimoro, Ponticelli, Fedele, Labruna, Veltroni, Mastella, Ossorio, Giuseppe De Mita, Valiante, Peppe Russo, Tino Santangelo, Gravano, Lucci, Biagio De Giovanni, Annamaria Chiariello, Gianni Russo, Lettieri, Caldoro, Bassolino, Ciriaco De Mita, Mazzetti, Rea, Masullo (addirittura due volte), ...

 
 
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  L'importanza storica
dell'emeroteca Tucci
 
 
 
 

Caro direttore di Iustitia,
come forse saprai nella cantina di una palazzina Inpgi a Roma é stata ritrovata nel maggio scorso una grande lapide in marmo su cui sono impressi i nomi degli 83 giornalisti morti nella Prima Guerra Mondiale con accanto la testata di appartenenza e ...

 
 
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Il Denaro, Morra
'ignora' Narducci

 
 
 
 

Si infittisce il mistero del contratto di locazione che avrebbero stipulato il presidente della Mostra’d’Oltremare Nando Morra e Alfonso Ruffo, direttore e editore del quotidiano Il Denaro. Iustitia se ne è occupata a luglio quando la ...

 
 
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Morra e Narducci  
 
Visitatori 2011
   
  Carlo di Borbone, Camilla Crociani, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello  
 

come è buona abitudine dell’aristocrazia.
Molti ricorderanno il suo matrimonio con Camilla Crociani, figlia di Camillo, boiardo di Stato che fu caro a Giulio Andreotti, implicato assieme all’ex presidente della Repubblica Giovanni Leone nell’affare Lockheed, ex presidente di Finmeccanica, insegnante Isef e laurea in ingegneria ad honorem, fuggito in Svizzera con una barca di soldi e gioielli e morto in Messico. Camilla, quando c’erano ancora le lire, era chiamata affettuosamente “miss duemila miliardi”. Bionda e con gli occhi azzurri: forse perciò se ne innamorò Carlo il Borbone che, come scrisse il Corsera nel 1997, “ha una Storia scritta con la maiuscola ma il conto in banca pieno di minuscole”.
Tanti bei nomi, si sarebbe detto nei Mosconi di Matilde
Serao: e tutti rigorosamente con la “d” minuscola. Dalla principessa Fabiana Caracciolo di Melissano al conte Vannì Maffei, passando per Ornella de Martino (“in amabili conversari”) fno alla baronessa Camilla Giannuzzi Savelli di Pietramala che per sopravvivere gestisce un agriturismo a Giungano. E c’erano la contessa Carla Gaetani dell’Aquila d’Aragona, Nunù Sanfelice di Bagnoli e Marò Mottola d’Amato. Marò. Pranzo “mediterraneo, con

 

sontuosa carrellata di dolci, tra cui una crostata di arance amare giunta ancora calda e crema gialla”. Tra gli altri ha collaborato Maurizio Marinella, “offrendo bei doni ai vincitori”.
Da un articolo collocato nella stessa pagina, ma stavolta la location è Roma dove il Cormezz ha trovato la strada giusta per diffondersi ogni giorno di più e sempre per la serie “le notizie che non possiamo farci assolutamente scappare”, veniamo informati che sono stati decorati il cavalier Maurizio Gasparri e il cavalier Gaetano Quagliariello della più alta onorificenza di questo Ordine cavalleresco.
Non saranno come Silvio Berlusconi cavalieri del Lavoro (forse questa sarebbe stata oggettivamente una forzatura), ma sempre collega potranno confidenzialmente chiamarlo. Ha officiato Carlo di Borbone in persona, quello con la “d” come il conto in banca, che deve essere particolarmente legato a Napoli, giacché ha chiamato Gennara la figlia (per la precisione Maria Carolina Chantal Edoarda Beatrice Gennara di Borbone delle Due Sicilie). In mancanza della crema gialla ancora calda erano presenti anche Bruno Vespa, Mario Sechi, e Alessandro Sallusti. C’erano tutti, tranne il direttore del Cormezz, che ha la “d” maiuscola.

 
   
  Il cav. Quagliariello  
 

Lallo non c’era. E Ninni? Nemmeno lui, impegnato con Dodi nell’organizzazione di uno sfiziosissimo déjeuner sur l’herbe a Montecarlo per raccogliere fondi a favore dei bambini africani assetati. Però tutti gli altri componenti della gioiosa confraternita che ha fatto proprio il motto della regina Maria Antonietta “Se non hanno pane, che mangino brioches” hanno risposto alla convocazione napoletana, accantonando i gravosi impegni quotidiani e regalandosi una serata di serenità. 
Ce ne riferisce in una pagina del 23 ottobre (curata da Vanni Fondi, testatina Tempo Libero, ma si accettano proposte alternative purché non volgari)  il Corriere del Mezzogiorno di Marco Demarco, alla continua ricerca di segnali di disagio provenienti dalla società civile. L’occasione è data dal trofeo delle Due Sicilie, un torneo di burraco di beneficenza per l’apertura di un centro di radioterapia al  Policlinico di Roma, organizzato al
Circolo Nazionale dell’Unione dall’Ordine Costantiniano di San Giorgio che ha come Gran Prefetto il Principe e Gran Maestro Carlo di Borbone delle Due Sicilie.
Di lui si potrebbero scrivere libri, non perché la sua sia una vita intrigante, ma perché è zeppa di nomi che non finiscono mai,

 
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Al circolo dell'Unione
trofeo delle Due Sicilie

 

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