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Siani, dramma
tra cronaca e fiction
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di Pietro Treccagnoli
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Sorrento. Da quando,
tre anni fa, c'è stato il terzo grado di giudizio sull'assassinio
di Giancarlo Siani è partita anche una corsa ai film e alle
fiction che raccontassero la tragica morte di un giovane di 26 anni,
giornalista de "Il Mattino", ucciso dalla camorra la sera
del 23 settembre 1985. C'è quello di Marco Risi, per il quale
Stefano Accorsi ha dato forfait, in attesa di battere il primo ciak,
e ce ne sono altri. Tra questi il primo ad arrivare al traguardo è
stato "E io ti seguo" di Maurizio Fiume, interpretato da
Yari Gugliucci, già presentato al Toronto Film Festival e visto
ieri a Sorrento in apertura dei nuovi Incontri internazionali del
cinema di Sorrento diretti da Laura Delli Colli. Il film, dopo l'anteprima
per una cinquantina di persone, sarà proiettato ufficialmente
alle 18 di stasera. Nelle sale, se tutto fila liscio, potrebbe arrivare
la prossima primavera. Della vicenda di Giancarlo, una ferita mai
rimarginata nella storia de "Il Mattino", ma anche di Napoli,
Fiume racconta molto di quanto si sa e vi aggiunge molto altro, ricostruito
per dovere di fiction. "Ho aggiunto degli elementi di fiction
perché volevo raccontare oltre a una storia anche un contesto
di connivenze che caratterizzava Napoli e in parte esiste ancora"
ha spiegato il regista. "Quindi mi sono ispirato liberamente
alla vicenda di Siani, che ho conosciuto e frequentato per un anno,
prima che fosse ucciso. Mi sono attenuto ai fatti, ma ho aggiunto
verità che non emergono e non possono emergere da nessuna sentenza
giudiziaria". E, per sottolineare meglio la tesi, nei titoli
di coda ha scritto che molti personaggi sono inventati, ma la realtà
sociale corrisponde a verità.
Nel film, comunque, ci sono delle ricostruzioni di pura fantasia che
non sono neutre e che soprattutto non corrispondono a nessuna verità
accertata o immaginabile. Soprattutto c'è un personaggio inventato,
un giornalista de "Il Mattino" chiamato Santilli che nel
film ha un ruolo nella morte di Siani. È lui che avrebbe fatto
sparire dalla scrivania di Giancarlo una cartellina gialla contenente
un dossier, e l'avrebbe consegnata a un faccendiere. Quando poi in
redazione arriva la notizia dell'assassinio, sarà proprio il
fantomatico Santilli il meno sorpreso. È fiction, e tale resta,
ma produce uno effetto sgradevole e certamente fuorviante. "Il
Mattino dell'85 era molto diverso da quello di oggi" aggiunge
il regista, "era il giornale vicino al potere politico della
città. Posso aver forzato la mano, ma il contesto che ho descritto
è quello. Non ho trascritto gli atti processuali, perché
non è solo un film sui fatti accertati e gli articoli di Siani,
ma su un giovane che si è occupato della camorra come dopo
di lui nessuno ha più fatto". Un giudizio che anche la
semplice lettura delle collezioni di questo giornale può smentire,
nero su bianco. A partire proprie dalle inchieste sul caso Siani."Era
importante parlare di Giancarlo" ha aggiunto Geppino Fiorenza
dell'Associazione Siani durante il dibattito seguito alla proiezione.
"Ed era necessario raccontarlo non come un eroe, ma come una
persona che voleva fare bene il suo lavoro. Certo ci sono degli schematismi,
ma sono peccati veniali, perché questo di Siani è un
caso chiuso sul quale c'è poco da inventare. In qualsiasi modo,
però, si parli di Siani è un bene perché è
necessario costruire una memoria forte sulla sua storia e trasmetterla
ai giovani".
"E io ti seguo" ha avuto una storia laboriosa e controversa.
L'idea di fare un film su Siani era venuta a Fiume poco dopo i fatti
e già nel 1987 aveva girato un cortometraggio , "In nome
di Giancarlo", vincitore del premio Cinema Democratico. Ma in
seguito il regista è stato al centro di una querelle giudiziaria
che gli proibiva di far riferimento diretto alla vita del giornalista.
Una diffida arrivata da Gianfranco De Rosa, produttore del film che
dovrà realizzare Risi, tratto da "L'abusivo" di Antonio
Franchini. "Ma la morte di Siani è una storia pubblica
che tutti possono raccontare" spiega il regista, "non possono
esserci copyright". Il film potrebbe avere anche problemi di
distribuzione. "È una pellicola del tutto indipendente,
fatta praticamente senza bugdet, alla quale è stato anche negato
il finanziamento ministeriale per motivi culturali. In primavera dovrebbe
essere nelle sale. In poche, purtroppo. A Napoli ci sarà sicuramente,
ma con i costi della distribuzione, che ancora non abbiamo, sarà
già complicato farlo arrivare negli altri capoluoghi della
Campania". |
(Il
Mattino, 10 dicembre 2003) |
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