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città europea’ che “ha funzionato per alimentare la fabbrica del consenso che poggia i capisaldi sulla gestione del potere per il potere, sui favori agli amici, sull’efficienza muscolare e nel fare la sceneggiata del leader”. E grazie “al suo apparato di ‘disinformatja’ fa circolare questa idea in stile istituto Luce basata su efficienza, pulizia, servizi eccellenti e grandi opere”.
Ma ora che stanno emergendo crepe, scrive Tamburini, nella gestione della “città europea”, dai trasporti alla nettezza urbana (con un forte calo persino della raccolta differenziata) si è avviata “una sapiente campagna di delegittimazione del sindaco (Vincenzo Napoli) ridotto al rango di secondo cittadino, marcato a vista dal figlio secondogenito di De Luca (Roberto, ndr)”. “Dare colpe agli altri, – continua il direttore de ‘la Città’ – oltre che a mascherare |
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le proprie responsabilità, serve alla successione dinastica, a preparare il terreno e ad allargare l’era De Luca oltre De Luca”.
L’esame dei punti critici della politica del “capo dei capi” va avanti per 124 righe, puntigliose e documentate. A chiudere c’è un allarme: “la logica del potere per il potere in qualche modo regge anche se scricchiola. Quando le crepe saranno evidenti la consapevolezza di sicuro crescerà ma potrebbe essere troppo tardi”.
Il 7 settembre i vertici del Gruppo l’Espresso hanno comunicato la vendita de ‘la Città’ al gruppo salernitano Lombardi-Scarlato ed è quindi molto probabile che il toscano Stefano Tamburini, arrivato a Salerno il 20 aprile, ritorni a lavorare alla redazione centrale di Repubblica e che il ritratto dedicato a Vincenzo De Luca sia stato una sorta di editoriale di saluto alla città. |
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