Retenews24: due via
e quattro dimissionari

SI È IN PRATICA azzerata la pattuglia di ‘piccoli indiani’ che tre anni fa diede vita al sito di notizie, con base Napoli, Retenews24 che in passato ha raggiunto buoni risultati in termini di contatti.
La decimazione comincia nello scorso aprile quando si consuma la rottura tra il direttore Gianfrancesco Raiano e il gruppo di controllo del giornale formato dall’avvocato Rosa Di Caprio, socio di maggioranza della srl proprietaria del sito, e dai fratelli Pinci, Bruno regista dell’azienda, marito della Di Caprio e fratello dell’amministratore della società Massimiliano.
In pochi giorni la rottura si chiude con il licenziamento di Raiano seguito, dopo poco più di un mese, dall’affidamento della direzione a un giornalista,

giovane, brillante, inesperto ed evanescente, Lorenzo Crea, figlio dell’ex senatrice Pd Graziella Pagano, la cui nomina viene peraltro bocciata da tutti i giornalisti. Seguono le dimissioni del redattore Ciro

Giulio Costanzo, Pietro Di Marco e Antonella Gaudino

Cuozzo, poi a metà settembre la situazione precipita. Gli editori decidono di chiudere la redazione; il 15 settembre l’ispettrice della Asl Napoli 1 Maria Colomba Galloro trova le porte sbarrate e intima a Massimiliano Pinci di aprire gli uffici il giorno successivo per consentirle di visitare la sede. Tre giorni prima l’amministratore invia una lettera di sospensione a Martina Gaudino ed Eleonora Tedesco accusate di avere scritto su Facebook che era davvero difficile lavorare senza essere pagate. Le repliche non sortiscono effetto e l’undici ottobre arriva per entrambe la lettera di licenziamento.
Intanto la redazione rimane chiusa, gli stipendi da giugno non vengono pagati e l’editore chiede ai dipendenti di lavorare da casa, pagandosi telefono e computer. Così il 10 novembre quattro giornalisti (Antonella Bianco, Pietro Di Marco, Pasquale Napolitano e il redattore capo Adriana Costanzo), assistiti dal civilista Giulio Costanzo e dalla lavorista Virginia Di Caterino, comunicano le dimissioni per giusta causa. E se non verranno pagati gli stipendi arretrati e il trattamento di fine rapporto partiranno i decreti ingiuntivi.
Chi è rimasto a lavorare al sito? Con Crea ci sono il pubblicista Corrado Amitrano, qualche mese fa promosso vice direttore, e i praticanti Carmine Di Micco e Yari Siporso, in queste settimane alle prese con l’esame per

Antonella Bianco, Adriana Costanzo e Eleonora Tedesco

diventare professionista.
L’organico si è alleggerito come volevano gli editori, ma per loro la situazione si fa sempre più pesante. Da fine ottobre è partita una lunga e approfondita visita a

Napoli degli ispettori dell’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti, che si concluderà a dicembre. Con la redazione chiusa gli inviati dell’istituto, Paolo Abate ed Elena Saladin, stanno incontrando all’hotel Mediterraneo i redattori superstiti, i giornalisti appena andati via e anche chi è fuori da tempo come Raiano e Pietro Bonito Oliva.
Il quadro che sta emergendo è allarmante non soltanto sul fronte Inpgi, ma anche su quello Casagit, la cassa di assistenza sanitaria integrativa. Per alcuni dipendenti sono state aperte le posizioni contributive e dopo poco sospesi i versamenti, per altri manca la registrazione all’istituto di previdenza. È una voragine da decine e decine di migliaia di euro.