Carlo Fuortes, Daniele Macheda e Lazzaro Pappagallo  
 

Stampa Romana fa
condannare la Rai

 
 
 

Il 12 marzo Antonio Tizzano, giudice del lavoro della quarta sezione civile del tribunale di Roma, ha condannato la Rai per “comportamento antisindacale”. Il giudizio è stato promosso dall’Associazione stampa romana, con il segretario Lazzaro Pappagallo, su input dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti ...

 
 
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  È lontana
la Calabria
 
 
 
 

Il 18 marzo '7', il magazine del Corriere della Sera diretto da Barbara Stefanelli, pubblica un servizio di quattro pagine sui matrimoni combinati tra ...

 
 
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Riccardo Targetti  
 

"La velina
di regime"

 
 
 
 

“Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi". È facile combinare pasticci ma è più difficile evitarne le conseguenze. Giusto per spiegare come con il cosiddetto governo dei ...

 
 
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  Sulla Gazzetta
c'è Big Brozovic
 
 
 
 

La Gazzetta dello Sport del 12 marzo ci pone di fronte ad un dubbio di natura orwelliana. Chi ha letto il capolavoro dell'autore inglese di natali indiani ricorderà sicuramente il Bipensiero, cioè quel meccanismo mentale che rendeva ...

 
 
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  Giovanni Melillo  
 

“complessa attività’ investigativa”.
E c’è anche la sua età, caso mai qualcuno avesse dubbi a riconoscerla.
Che succede? La “delega del Procuratore della Repubblica” Giovanni Melillo compare sempre in apertura: no delega, no news.
Manca, però, la mini lezione di procedura penale sul “rispetto delle garanzie degli indagati da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva”.
Come mai? Che cosa ha fatto M. G.? (Questa volta, il nome non lo mettiamo noi). Perché di lei, incensurata e non affiliata a clan camorristici, si può sapere tutto? L’operatrice sanitaria avrebbe finto di inoculare vaccini a chi non
voleva vaccinarsi, in cambio di

 

denaro. Viene anche specificata la somma percepita (150 euro). Certo, è un reato. Più grave di quelli commessi da chi fa estorsioni, di chi compie agguati, di chi fa le rapine? Perché i mass-media ricevono in questo caso informazioni complete e in altri neanche quelle essenziali, quelle che occorrono per un pezzo di cronaca scritto secondo i canoni professionali? C’è il reato più reato degli altri?  O piuttosto si vuole utilizzare la stampa per una condanna preventiva? La “gogna mediatica” attivata su input? Ecco, chi ha letto la velina dei Nas giunta, come sempre,“per delega del Procuratore della Repubblica”, non può non chiederselo.

 
 
  Un reato più reato
 

È finita l’epoca delle veline reticenti, con i nomi di pm ed investigatori in bella evidenza, ma non quelli degli arrestati, fossero anche pluripregiudicati affiliati a clan camorristici?
Beh, qualche cronista forse lo ha sperato il 18 marzo, quando i carabinieri del Nas (Nucleo antisofisticazioni), di Napoli hanno girato ai media un comunicato insolitamente dettagliato e ricco di particolari.  Finisce agli arresti domiciliari una donna di cui vengono forniti nome e cognome, attività professionale, luogo di lavoro, Si specificano i reati che le vengono contestati dalla “Sezione Seconda della Procura di Napoli” che ha “coordinato”
una

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Su ‘7’ il reportage
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