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disperate perché non potevano raggiungere Torino e scavavano nella memoria se avessero un lontano amante piemontese per farsi comprare un biglietto.
In questa distesa atmosfera di pretattica on the road di sfasolati che annunciavano sicuri “’e facimm ‘o mazz tant”, in questo scenario da Val Pusteria si consumava il nostro dramma personale del lavabo appilato. Poi….arrivò Giggino ‘o stagnaro (l’itrauliche, direbbe un personaggio di Filumena Marturano), sobrio supporter azzurro che ci entrò in casa in trance, evocando tra i denti i morti di Bonucci e Chiellini. “Che è stato?” Noi azzardiamo un timido “S’è appilato il lavabo”. “Chillo s’avesse appila’ Buffon e Dybala, |
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e vedete che si spila tutto”.
Era in trance agonistica, Giggino, ma poi ricordando che noi eravamo stati praticanti con Matilde Serao si calma: “Per fortuna stamattina sul Mattino ho letto il vostro collega Biagio de Giovanni (fosse Dio, mormoriamo) che mi ha chiarito la situazione. Il Napoli ha una sintesi eccezionale perché a una geometria degli spazi, che è più Cartesio che Campanella, unisce la leggerezza evocata da Italo Calvino che sfiora il mondo senza lasciarsi travolgere. L’ha detto de Giovanni, che ne capisce di pallone, come quell’altro vostro collega che si chiama come lui, Maurizio de Giovanni (fosse Dio due volte, rimormoriamo). Vabbuò, verimmo stu’ lavandino c’ha passato”. |
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