Aldo Boni e Vincenzo Maria Greco

 
 

Roma, formato nuovo
e si tenta di resistere

 
 
 

È durato più di due mesi il tour tra le tipografie della Campania alla ricerca della soluzione giusta: il Roma fino al 28 febbraio, quando si sono definitivamente inabissate le Edizioni del Roma srl (titolare della testata) e le Edizioni del Roma società cooperativa (che confezionava il quotidiano), si stampava alla Stiem di Fisciano, a pochi chilometri da Salerno; il primo marzo con la nascita ...

 
 
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  "Hanno votato
iscritti morosi"
 
 
 
 

Al direttore di Iustitia, con riferimento alla nota sul ballottaggio all'Ordine dei Giornalisti chiedo, cortesemente, che si precisi quanto segue: “Quando sono stato invitato a dire se avevo ...

 
 
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Hobsbawm (*)  
 

Autogol Cormezz
su rinnovo Mazzarri

 
 
 
 

Sto seminando da mesi, sapevo che Mazzarri voleva andare via quindi ho cominciato subito a guardarmi intorno. Ne ho intervistati parecchi (di allenatori, ndr) per capire se convivere sotto lo stesso tetto fa simpatia o antipatia. Abbiamo sentito Benitez, ...

 
 
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La crisi
dei negozi

 
 
 
 

Gentile direttore,
ho sempre pensato che la professione di giornalista fosse particolarmente delicata e difficile. ...

 
 
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Visitatori 2013
   
  Nino D'Angelo, Peppino di Capri, Denis Diderot (*) e Voltaire (*)  
 

Sepe e Nino D’Angelo, Raffaele Cantone e Peppino di Capri, Alfonso Iaccarino e Paolo Mancuso. E per non farci mancare mai nulla nell’elenco dei top 100 spunta anche Gigino “purpetta” Cesaro, che in caso di future accuse di collusioni con ambienti malavitosi potrà sempre dire che in quel periodo era impegnato a firmare il manifesto pro Mazzarri.
Ma non tutti sono d’accordo: i dissidenti si raccolgono intorno al penalista  Claudio Botti che sul napolista.it parla di “ una intelligente ed accattivante operazione editoriale, forse poco originale”, mentre su Mazzarri è spietato: “Sono sempre i mediocri a farsi pregare, mai i grandi, ed a questo punto  c’è da augurarsi che De Laurentiis, facendosi prendere la mano dal suo incontenibile protagonismo, lo accompagni alla porta senza alcun rimpianto”.
Ai botti di Botti replica Demarco il 16 maggio con un tric trac su “gli orfani di Maradona e i moralisti ad ogni costo, che si indignano perché gli intellettuali si mobilitano

 

per il calcio e non per i mali di Napoli”. A loro è dedicata la chiosa dell’articolo: “di rado dai moralisti di professione a Napoli è venuto un solo sospiro di protesta civile”.
E così, tra raffinati tocchi di fioretto e pesanti colpi di scimitarra si arriva a Roma-Napoli, ultima di campionato, e si attende la decisione del mister di San Vincenzo. Mazzarri lascia, e dopo la quarta stagione torna dietro le quinte. Di chi la colpa? Molti i sospettati. Massimo Moratti, la cotoletta, quel simpaticone di Aurelio De Laurentiis (“Nel Napoli conto solo io”).
Noi abbiamo un’idea: a far decidere per l’addio è stato un silenzio assordante e pesante come un macigno. In quella lista dei cento nomi non c’erano né Francesco Borrelli, ex assessore provinciale al Pensiero Inutile, che non ha neppure diramato una nota Ansa, né il pizzaiuolo Gino Sorbillo che però è giustificato perché impegnato in quei giorni a creare una pizza in onore di Bruce Springsteen, the Boss

 
 
  L'appello
 

Non era più Pandev o Insigne il dubbio di Walter Mazzarri, ma piuttosto se fosse  meglio una robusta amatriciana oppure una più raffinata cotoletta alla milanese. Intanto tra i vicoli e i salotti borghesi di Posillipo sembrava di sentire una sola voce, “lo stiamo perdendo”, come dicono i medici del pronto soccorso nei telefilm americani. Occorreva fare qualcosa, ed era necessario che a promuovere il risveglio delle coscienze fosse una voce autorevole.
 Ed ecco uscire dal cappello a cilindro della genialità di Marco Demarco l’ultimo colpo: un appello pubblico al tecnico toscano perché continuasse a preferire la pizza cinque stagioni (quattro le ha già fatte alla guida del Napoli). Un appello in cui Demarco è tornato alle sue raffinate similitudini tra pallone e filosofia, Camillo Zuniga e Voltaire, German Denis e Denis Diderot. Tra le prime cento firme, pubblicate dal Cormezz, ci sono quelle di Crescenzio

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De Laurentiis: "sto
seminando da mesi"
"Napoli ha bisogno
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350 'impavidi'
firmano l'appello
L'ultimo spot
di Gino Sorbillo
(*) www.wikipedia.org
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