Simona Petricciuolo, Annamaria Riccio e Rossana Russo

 
 

Ordine, in cassa
ci sono 335mila €

 
 
 

L’Ordine dei giornalisti della Campania ha 335mila euro su tre conti (Banco Napoli, Banco Posta e Banca nazionale del lavoro) e altre centinaia di migliaia di euro di crediti. È un tesoro che fa gola a molti, soprattutto in tempi di crisi, e questa è forse ...

 
 
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Repubblica, per un mese
vicario un corrispondente

 
 
 
 

Batte strade nuove sui versanti organizzativo e sindacale il capo di Repubblica Napoli Giustino
Fabrizio. È assente per un mese il numero due della redazione Ottavio Ragone e Fabrizio fa un contratto di sostituzione al corrispondente storico da Castellammare Antonio Ferrara, cinquanta anni, da tredici professionista, che ha lavorato ...

 
 
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  Antichi
sapori
 
 
 
 

Nel salone delle feste della Rai di Napoli in via Marconi, ricorda qualcuno dei presenti, aleggia una sapida ...

 
 
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Peppe Mancini  
 

Da Procida
a Resina

 
 
 
 

La domanda, appena sussurrata nei bar sport, in curva B, in tabaccheria, sul lungomare liberato, esce strozzata dalla gola dei tifosi ...

 
 
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  Jorge Juary (*) e Antonio Sibilia (**)  
 

anche gli attuali lupi dell’Irpinia non scherzano. Domenica 28 aprile al Partenio arriva l’Andria e il Tgr Campania di Antonello Perillo spedisce a realizzare il servizio un esperto, Pellegrino Genovese in arte Rino, originario di Sant’Angelo dei Lombardi, fiero delle proprie origini irpine e notoriamente intollerante ai quartieri alti di Napoli.
Torniamo al Partenio. Nel primo tempo l’Andria, che ha la difesa meno battuta del torneo, resiste e  va al riposo sullo 0-0. Ma i lupi sono lupi e nella ripresa l’Avellino si scatena, supportato dai tifosi e da Genovese. E dopo pochi minuti la linea Maginot dà segni di

 

cedimento: i pugliesi barcollano, annaspano, la difesa sembra sgretolarsi. Infine “la diga tracima”, racconta con entusiasmo Rino, perché la vera forza della provincia è proprio quella di sapersi rimboccare le maniche nei momenti difficili e non si ragiona per categorie precostituite come avviene a Posillipo, dove i fiumi tracimano e le dighe in cemento sono lì e si limitano a contenerli. Qui al Partenio le dighe fanno di tutto, anche quel che dovrebbe essere mestiere dell’acqua. E se occorre il cemento si scioglie e si incunea come un’anguilla. E il lupo fiero e feroce diventa uno sgusciante serpentello.

 
 
  La diga tracima
 

Siamo alle ultime giornate dei campionatidi calcio, tempo di verdetti. E l’Avellino, capolista in Lega Pro, sta per realizzare il sogno del ritorno in serie B. Certo, non è più la squadra di Antonio Sibilia, il vulcanico presidente (come si diceva una volta) che nell’ottobre 1980 condusse il calciatore brasiliano Jorge Juary in un’aula di Castel Capuano  dove era in corso un’udienza del processo a don Raffaele Cutolo, all’epoca padrone della camorra in Campania, per consegnargli una medaglia d’oro del peso di 70 grammi.
Erano altri tempi, altri lupi. Ma

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