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         Ordine, in cassa 
        ci sono 335mila € | 
       
      
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        L’ORDINE DEI giornalisti  della Campania ha 335mila euro su tre conti (Banco Napoli, Banco Posta e Banca nazionale  del lavoro) e altre centinaia di migliaia di euro di crediti. È un tesoro  che fa gola a molti, soprattutto in tempi di crisi, e questa è forse una delle principali spiegazioni  di una campagna elettorale particolarmente calda per rinnovare l’Ordine  regionale e scegliere i             | 
       
      
        
          
            quattordici consiglieri campani dell’Ordine nazionale. Alle urne si andrà domenica 19 maggio, dalle ore 10 alle 18, al padiglione America latina                 | 
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                 Domenico Falco, Ottavio Lucarelli e Enzo Colimoro | 
           
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         della  Mostra d’Oltremare; eventuali ballottaggi per i  seggi non assegnati al primo  turno si svolgeranno la domenica successiva.
          A contendersi le poltrone due  squadre di professionisti, la formazione di pubblicisti come sempre senza  rivali e una pattuglia di sei esponenti del Coordinamento  dei  giornalisti precari della Campania.  
          Per i professionisti sono in campo ‘Giornalisti per la  legalità’ e ‘Giornalisti per il giornalismo: riordiniamo’.
La prima lista è capitanata da Ottavio Lucarelli, cronista politico di  Repubblica Napoli, che da sei anni guida senza rivali l’Ordine campano, e  poiché squadra che stravince non si tocca gli spostamenti sono stati pochi. Al  regionale quattro conferme: Lucarelli, Pino  De Martino, Paolo Mainiero e Rossana Russo; una sostituzione: Antonello Perillo, diventato a febbraio  capo della redazione napoletana della Rai non si ricandida e gli subentra Massimiliano Amato, che lascia  l’incarico di revisore di conti; uno scambio: l’ex segretario Gianfranco Coppola si candida al  consiglio nazionale, mentre il percorso inverso fa Vincenzo Esposito. Al consiglio nazionale vengono confermati Maria Chiara Aulisio, Antonio Sasso, Carlo Verna e, come detto, c'è l'esordio di Coppola.
         
        Lucarelli e il suo team chiudono il secondo  triennio con risultati largamente carenti sul fronte principale della  deontologia, ed è una colpa molto grave di  
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                    Enzo Esposito, Paolo Mainiero e Antonio Manzo
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            cui è responsabile l’intero  consiglio, ma hanno il merito di avere non soltanto chiuso il  profondo rosso della gestione precedente, ma anche di avere consolidato una  situazione economica largamente attiva; “anche quest’anno, - fanno sapere dalla  sede di via                 | 
           
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        Cappella Vecchia – abbiamo versato in anticipo le quote di  spettanza dell’Ordine nazionale che ci ha gratificato con un bonus di 75mila  euro”.  
E passiamo da conti floridi a  conti disastrati. La lista che contende a Lucarelli  il  governo dell’Ordine si chiama ‘Giornalisti per i giornalisti: riordiniamo’ed è  guidata da un disoccupato storico, Enzo  Colimoro. Nella squadra per il consiglio regionale, con il capolista, ci  sono un giornalista del Mattino, Antonio  Manzo; un cdr del Corriere del Mezzogiorno, Vanni Fondi; la redattrice napoletana dell’agenzia Italia, Lucia Licciardi; due ex Videocomunicazioni, Renato Cavallo e Pierpaolo Petino. Puntano invece  all’Ordine nazionale Giuseppe Caporaso,  giornalista di Tv2000, l’emittente nazionale di proprietà della Cei, la Conferenza episcopale  italiana; Marcello Curzio, redattore  di Canale 8 attualmente in cassa integrazione; Roberto Russo del Cormezz; il pensionato del  Mattino Lino Zaccaria. 
Nella mail  indirizzata  agli elettori Colimoro spiega che “l’idea principale che ci             | 
       
      
        
          
            ha spinti a  scendere in campo è ristabilire in Campania il patto di unità tra le strutture  della professione”. E aggiunge: “oggi, chi si propone di  governare l’Ordine dei Giornalisti, necessita di grosse competenze sindacali e  previdenziali, per ripristinare – meglio   | 
              
              Renato Cavallo, Marcello Curzio e Roberto Russo | 
           
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        riedificare - quel patto di unità d'azione delle  strutture della professione giornalistica. C’è bisogno di esperienza. Per un  Ordine che sappia unire e non dividere, che sappia fare gioco di squadra con  Sindacato ed Inpgi contro editori che speculano sulla professione”. 
           
          L’unico giornalista che  risponde in pieno all’identik tracciato (un candidato che “sappia unire e non  dividere Ordine con Sindacato e Inpgi”) è Enzo Colimoro da anni presidente  dell’Associazione napoletana della stampa e consigliere dell’Inpgi, l’istituto  di previdenza; se dovesse conquistare la presidenza dell’Ordine farebbe en  plein.  
          Ma l’aspirante trilavorista glissa, e si capisce, sui risultati ottenuti  da amministratore. Il sindacato versa in condizioni molto precarie: il numero  di iscritti è su livelli modestissimi; la situazione finanziaria allarmante. Da  molti anni è indebitato con l’Ordine: il
          rosso nel 2012 superava i 75mila euro ed era            | 
       
      
        
          
              
                    Ermanno Corsi, Mauro Fellico e Innocenzo Militerni
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              stato  concordato un piano di rientro nell’arco di tre anni, che non è stato  rispettato. L’anno scorso il sindacato ha versato all’Ordine 175 euro; con  questo ritmo per azzerare il debito ci vorranno 428 anni. Ma se dovesse andar bene la puntata  elettorale di domenica 16   | 
           
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         maggio si potrebbe tranquillamente lasciare a qualcun  altro la patata caldissima del sindacato, anche perché all’Ordine gonfio di  soldi c’è ora da gestire il business della formazione e della riqualificazione  di tutti i giornalisti da affidare a squadre di docenti da inventare. 
Poco da dire sui pubblicisti  che si preparano  all’ennesimo cappotto: dagli anni di Domenico  Castellano alla gestione di Domenico Falco sono decenni di vittorie  ininterrotte. Scomparso nel dicembre 2011 il giudice Enzo Albano e uscito di scena l’avvocato  Innocenzo Militerni, non ci sono significative novità   se non la conquista del ‘ricongiungimento’   (per i  pubblicisti che ne hanno i requisiti la possibilità di sostenere gli esami per diventare  giornalisti professionisti) e uno sforzo per ridurre l’età media dei  candidati. Sorprende però la candidatura al collegio dei revisori dei conti di Mauro Fellico.  
Nell’ottobre del 2008 Fellico si dimise da presidente dei revisori dei conti dell’Ordine regionale dopo la denuncia dell’allora  consigliere dell’Ordine Ermanno Corsi su diciannove richieste di iscrizione all’albo dei pubblicisti “assolutamente prive della documentazione  necessaria”, eppure giunte a un             | 
       
      
        
          
            passo dall’approvazione. Le  diciannove richieste erano firmate da Fellico nella veste di direttore responsabile del  giornale www.ilpuntoonline.it e tra  gli aspiranti giornalisti c’era anche il deputato Pdl Luigi Cesaro. 
Nelle vesti di outsider  scende in campo anche il   | 
              
              Luigi Cesaro, Iki Notarbartolo (*) e Lino Zaccaria | 
           
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         Coordinamento del giornalisti precari della Campania  che non presenta liste complete ma singole candidature   con l’obiettivo di conquistare una presenza di pungolo  e di controllo nei vari  organismi.  
          Da osservare infine che la presenza femminile rimane a livelli minimi in tutte le  liste. Due le presenze per i ‘Giornalisti per la legalità’: Russo e Aulisio;  due per ‘Giornalisti per i giornalisti’: Lucia Licciardi e,  per i  revisori dei conti, Iki Notarbartolo;  due per i pubblicisti: per il consiglio nazionale ci sono Vera De Luca e Annamaria Riccio; due per il Coordinamento: per l’Ordine regionale Simona Petricciuolo e per il nazionale Chiara Di Martino.   | 
       
      
        | (*) Da www.myspace.com | 
       
     
    
        
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