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che dovevi mettere alla terza delle brevi”.
Il secondo schizzo riguarda il calcio: “Mario è ormai è diventato il miglior fan della Juve, pur essendo milanista; porta una grande fortuna, dieci presenze di Mario allo stadio, dieci vittorie della Juve per cui continui così”. È un passaggio poco comprensibile che fa venire in mente quando Emilio Fede, juventino scatenato, diventò improvvisamente milanista convinto al momento del suo trasferimento alla corte di Berlusconi. Ma forse il tifo calcistico serve a introdurre il terzo affondo, il più duro.
Il direttore del Tg1 gli chiede: |
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“vieni a vedere la Juve? Eh? No, lui va a vedere la Juve, io sono qui mica a vedere la Juve. Era a Udine l’altro giorno (il 17 gennaio, ndr) e c’era il suo posto vuoto alla sinagoga. C’era scritto Mario Orfeo, quando c’era il Papa, e lui era allo stadio a Udine, ma la Juve ha vinto e va bene così”. Stiamo parlando quindi di un tifoso che fa male il giornalista.
Nei giorni trionfali dell’investitura al vertice di Repubblica, sulla poltrona che è stata del monumento Scalfari e del mega direttore Mauro, l’attacco a Orfeo suona oggettivamente gratuito, stonato e incomprensibile. E allora, Calabresi: perché? |
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