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limiti. Nel senso che ognuno si è vestito secondo uno schema che l’allenatore Oronzo Canà, al secolo Lino Banfi, avrebbe definito comecazzovipare.
L’anfitrione era Mariano Rubinacci, il re della moda a Napoli che una volta dispensava eleganza dalla sua London House a via Filangieri, e quando si nomina Rubinacci si fermano gli orologi (è vero, si sono fermati anche parecchi dipendenti, licenziati per la crisi. Ma non fate demagogia un tanto al chilo).
Allora: Alessandra era “in oro abbacinante”, la sorella Marcella “superchic in bianco”, in pigiama di seta e babbucce il fratello Luca. L’altra sorella Chiara “in nero con un diadema montato su un mezzo turbante”. Della giacca di Mariano |
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vi abbiamo detto, mentre la moglie Barbara aveva “un trucco di grande effetto”. “Più essenziale” il look di Teresa Coscia, in anni lontani giornalista del Mattino, e Toto Naldi, suoceri di Alessandra.
Champagne a fiumi, e che ne parliamo a fare. Musica e cucina napoletana e potete immaginare. Noi però, pur avendo intuito lo spirito della serata avevamo equivocato e pensavamo che l’organizzatore del Limitless fosse Rubinacci di piazza Mercato, tendaggi e tendoni, di cui siamo affezionati clienti.
Ci siamo perciò presentati con gli infradito modello caprese. Frivoli, da cazzeggio estivo. E mo’ chissà se sono piaciuti. Vediamo se ci invitano l’anno prossimo. |
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