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nell'ammiraglia di Confindustria.
"In questa fase di vita aziendale – dice ai dipendenti – considerato l’andamento economico e la necessità di redigere un nuovo piano industriale, ritengo necessario evitare il ricorso ad assunzione di personale, comprese forme di collaborazione contrattualizzata. Inoltre, considerata la necessità di contenere ogni forma di costo, vengono sospese revisioni retributive". Risparmiare, contenere i costi, austerità, come hanno detto anche in maniera più morbida i predecessori di Boccia, da Luca di Montezemolo a Emma Marcegaglia, a Giorgio Squinzi.
Allora, spulcia di qui e spulcia di là, esce fuori che il direttore Roberto Napoletano, napoletano di nome e di fatto, ha ottenuto |
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dalla proprietà, come clausola cautelativa, una buonuscita che, in caso di licenziamento, gli farebbe incassare 4 milioni e 200 mila euro, una specie di sussidio di disoccupazione. Ma con la crisi che aleggia, con lo spettro della cassa integrazione, con l'ombra inquietante dei tagli occupazionali, quella buonuscita non va giù, né al cdr del Sole né a Del Torchio.
E forse nemmeno a Boccia.
Napoletano chiarisce che intanto la somma era di poco più di 2 milioni, e che dopo tutto quel polverone rinuncia a quella sorta di sussidio di reinserimento, per una questione di “sensibilità“.
Resta la crisi, restano i bilanci un po' taroccati, resta qualche cifra un po' drogata nei rendiconti. Al Sole forse non è il tramonto, ma l'ultimo spenga la luce. |
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