Il direttore del Cormezz Marco Demarco

 
 

Demarco: i miei primi quindici anni al Cormezz

 
 
 

Nell’inverno del 1997, a un cronista del mensile Prima comunicazione che gli chiedeva notizie sullo sbarco del Corriere della sera a Napoli di cui si parlava da anni, Paolo Mieli, allora numero uno del giornale di via Solferino, rispose sicuro: “questa volta si fa e si fa perché me ne occupo io; e ho trovato anche l’uomo giusto per la direzione”.
L’uomo giusto era Marco ...

 
 
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Roma battuto al Tar,
persi 2,6 milioni di €

 
 
 
 

Sarà un agosto difficile per i dipendenti del Roma: il tribunale amministrativo del Lazio ha bocciato la richiesta del quotidiano diretto da Antonio Sasso e controllato da Italo Bocchino di ottenere il finanziamento pubblico relativo al 2009 e così se ne vanno in fumo due milioni...

 
 
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Sono tredici,
diventano 90

 
 
 
 

Sul Corriere del Mezzogiorno del 19 luglio Fabrizio Geremicca si occupa dello sgombero dei rom dalle baracche di via Vespucci, coordinato dall’assessore ...

 
 
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  John e
James
 
 
 
 

Volendo, uno straccio di giustificazione gli addetti al desk di corriere.it ce l’hanno.
A coordinare l’inchiesta sulla strage ...

 
 
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L'agenda
dell'Ansa

 
 
 
 

Caro direttore,
qualche decennio fa, quando mi avvicinai al mestiere di giornalista, la prima cosa che mi  insegnarono...

 
 
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Visitatori 2012
   
  Pino Daniele, Vittorio De Sica (*) e Mario Giordano  
 

computer lasciati nelle aule dell’ateneo di cui è rettore Guido Tabellini che ha raccolto il testimone da Mario Monti.
Lui, Luca E, vive a Milano ma è napoletano, “22 anni, studente modello, laurea triennale con il massimo dei voti, alto un metro e 80, figlio di un imprenditore e di un avvocato, con una bella casa al Vomero” e il Tgcom, diretto da Mario Giordano, si spinge anche a informarci che l’appartamento “ ha una vista sul golfo di Napoli”, perché chi abita a Napoli deve avere inevitabilmente il panorama da Sorrento a Ischia, e forse perciò Pino Daniele dice che “chi tene ‘o mare non tene niente”. Ma la questione non è

 

legata all’Imu della famiglia E. quanto piuttosto proprio a quella E, che non ha séguito e né lo avrà mai. Luca, chissà perché e per scelta di chi, resterà un anonimo ladruncolo di Apple, al contrario di scippatori che invece meritano tanto di menzione con nome e cognome. Leggo, il quotidiano gratuito di Caltagirone,  dice che i furti di Luca “erano una specie di paghetta per arrotondare”,  e forse proprio perciò per questa birichinata non gli spetta il cognome sui giornali, come invece accade al pusher di Scampia. Un destino anonimo, quello di Luca, grigio e piatto. Come quello di Umberto D.

 
   
  Studente modello  
 

Per tutti è soltanto Luca E., un po’ come Umberto D., il personaggio cinematografico inventato da Vittorio De Sica. E fino a quando non ce ne dimenticheremo lui avrà solo un nome, chissà se vero, e solo un inizio di cognome, chissà se autentico. Ma dell’anonima figurina del neorealismo Luca ha ben poco. Al contrario, lui è l’eroe di un pragmatico realismo: trovava le cose di altri e le faceva diventare proprie. È successo  nei primi giorni di luglio a Milano, all’università, dove “mentre i colleghi andavano a mangiare un boccone” lui provava a gustarsi a pezzettini l’intera Bocconi, cominciando dai

 
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Demarco: i primi
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Roma battuto al Tar,
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