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Qualcuno ha pensato a Gennaro De Tommaso, in arte “Genny ‘a carogna”, che avrebbe il physique du rôle ma che ha già declinato sentendosi come imprigionato in una stanza di via santa Lucia. “Voglio essere libero”, ha detto ai sostenitori delusi.
Ci sarebbe Gino Sorbillo, il re delle pizze, ma il suo accorto esperto di comunicazione Francesco Borrelli traccheggia e vuol prima vedere il prototipo di una pizza sull’argomento.
Ci sarebbe Maurizio De Giovanni, ma ha un impegno capestro con la sua casa editrice che lo obbliga a scrivere settanta romanzi gialli con protagonista il figlio del commissario Ricciardi.
E chi resta? Si guarda alla società civile, e emergono i soliti nomi: il |
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magistrato Giovanni Corona, qualche imprenditore, il sempre presente Maurizio Marinella, un amministratore pubblico, Aurelio De Laurentiis per la sua sapiente capacità di tessere legami con gli altri club di calcio (dopo una vittoria confidò: “quanto ho goduto quando glielo abbiamo messo ar culo a Roma...”).
E poi comincia anche a girare il nome di qualche giornalista campano: Carlo Verna, grande vecchio dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti, e Massimo Milone, ex responsabile del tgr campano e ora direttore di Rai Vaticano. Sono anch’essi tra i papabili, anche se Milone ha proposto Crescenzio Sepe. |
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