Non è stato facile il lavoro dei giornalisti in giro per Napoli durante il lockdown e la situazione è addirittura peggiorata con l’avvio della fase 2, soprattutto per fotografi e telereporter. C’è l’eccitazione di poter finalmente uscire e riprendere vecchie abitudini, ci sono quelli che vogliono girare senza mascherina o con la mascherina abbassata, ci ..

È il 23 maggio e a Marianella, quartiere della periferia nord di Napoli, per motivi condominiali un uomo aggredisce con un coltello un vicino di casa che durante il trasporto all’ospedale Cardarelli muore. L' episodio avviene in mattinata. Alle 15.50 i carabinieri ancora non rendono noto il nome della ...

dovuto al Covid 19 ma non è così. Con l’approvazione silente dei suoi capi (Giuseppe Blasi, Massimo Milone e, dal 2013, Antonello Perillo) Sant’Elia ha sempre lavorato a filo di gas con mesi record in cui ha firmato anche un solo servizio, per esempio nell’ottobre del 2018. In pratica un suo intervento costa alla Rai più di un servizio firmato da Obama.
In trentadue anni all’azienda è costato un patrimonio ma nessuno a Roma e a Napoli è minimamente interessato alla questione, tanto sono soldi pubblici. 
È stato assunto in Rai nel 1988 con un “contrattino a termine”  (che era invece a tempo indeterminato) grazie ai buoni rapporti del padre Alfredo Sant’Elia, allora procuratore della Repubblica di Napoli, con i big scudocrociati

Antonio Gava, Paolo Cirino Pomicino e Vincenzo Scotti.
Ha sempre vissuto con insofferenza il suo ruolo di dipendente Rai riuscendo a schivare con la complicità dei capi i vari servizi di cronaca che gli venivano assegnati; preferiva concentrarsi su riviste culturali, filosofia, letteratura e poesia. Di sé scrive: “ha approfondito in un’ottica filosofica la storia delle idee e i rapporti tra i linguaggi, promuovendo convegni e scuole di alta formazione”.
Nonostante la Rai in oltre trent’anni gli abbia versato alcuni milioni di euro di stipendio quasi si vergogna della qualifica di giornalista Rai.
La conferma arriva dalla quarta di copertina del suo ultimo libro in cui si definisce semplicemente “saggista e poeta”.

Nel vedere il 21 maggio il tg delle 19,35 i telespettatori sono saltati sulla sedia. Hanno sentito la voce di Edoardo Sant’Elia che firmava un servizio su ‘Le agenzie di viaggio in piazza per il futuro”. Era da molto tempo che non lo vedevano e erano convinti che avesse cambiato sede o, compiuti a gennaio i 65 anni, fosse andato in pensione.   
Invece è regolarmente in servizio. Forse ‘regolarmente’ è un avverbio eccessivo perché è nell’organico di via Marconi ma tra autotutela, certificati e quindici giorni di smart working da molto tempo non produce niente e anche smart working nel suo caso va forse trasformato in 'small working'.
Si potrebbe pensare che il rendimento ridottissimo sia