Lucarelli si ricandida
all’Ordine regionale

C’ERA DA immaginare un passo indietro da parte di Ottavio Lucarelli e della sua maggioranza dopo il disastro legale ed economico realizzato alle elezioni per l’Ordine dell’ottobre 2021 quando venne impedito il voto a centinaia di iscritti che avevano la pec (la posta elettronica certificata) e stavano andando ai seggi alla Mostra d’Oltremare.
Per i giornalisti campani distratti o di corta memoria va ricordata la scena di Lucarelli piazzato al centro della salitina per arrivare alle urne che cercava di impedire fisicamente l’accesso agli ‘scomunicati’ e urlavapolizia, polizia” con accanto l’allora direttore del Mattino Federico

Monga che gli diceva “Ottavio, ma che stai facendo?” e la sua candidata Rossana Russo che lo invitava a calmarsi.
C’era da

Sonia Acerra, Nunzia Marciano e Antonella Monaco

immaginarsi, dicevamo, un passo indietro ma non c’è stato. Al voto per eleggere i consiglieri dell’Ordine campano e i revisori dei conti che si terrà on line con pec il 14 e 15 giugno dalle 10 alle 20 e in presenza ai seggi preparati alla Mostra d’Oltremare domenica 18 giugno dalle 10 alle 18 Lucarelli si presenta con una squadra quasi immutata. Al consiglio con il presidente in carica da quasi sedici anni (giugno 2007) tornano in pista gli uscenti Titti Improta, Vincenzo Colimoro, Marisa La Penna, Alessandra Malanga e viene schierato come sesto Alfonso Pirozzi, che prende il posto di Rossana Russo fuori per un solo voto dal consiglio precedente.Per il collegio dei revisori confermati Francesco Marolda e Concita De Luca.
Dagli uscenti nessuna parola di scuse e di autocritica. Non sorprende che non abbia fatto autocritica Colimoro, il quale rimarrà nella piccola storia del giornalismo napoletano perché dopo averla guidata per quattordici anni, prima come segretario e poi come presidente, ha seppellito l’Associazione napoletana della stampa con la radiazione dalla Fnsi e il successivo scioglimento dopo una vita ultracentenaria. Ci si poteva aspettare una dichiarazione autocritica dalla segretaria Titti Improta che pure in passato aveva speso parole di equilibrio e di responsabilità. Invece tutti silenti con la speranza che molti giornalisti senza memoria continuino a votarli per abitudine o perché estenuati dai bombardamenti

Domenico Falco, Salvatore Campitiello, Marisa La Penna, Ottavio Lucarelli

telefonici.
Ma c’è anche chi ha ‘parlato’ come l’ex presidente dei revisori Francesco Marolda, che in occasione dei bilanci consuntivo

2022 e preventivo 2023 presentati a fine marzo dal commissario Gerardo Bombonato, ha letto un interventoscortese nella forma e paradossale nella sostanza” che andrebbe esaminato paragrafo per paragrafo. “Ci limitiamo – la citazione è da Iustitia - a commentarne uno: “quanto ci costerà questo commissariamento?”. Una domanda che poteva avere una legittimità se l’avesse avanzata un pubblicista di Sapri o di Cerreto Sannita. Arriva invece da chi ha occupato una posizione di rilievo nel gruppo di comando che ha portato l’Ordine a schiantarsi fino a incassare la sonora bocciatura della VII sezione civile del tribunale di Napoli presieduta da Gian Piero Scoppa. La domanda da porsi allora è un’altra: quanto è costata ai giornalisti della Campania la decisione illegittima di impedire il voto a centinaia di iscritti con conseguente commissariamento, inevitabile dopo l’ordinanza della magistratura, e la convocazione di nuove elezioni?
Chiarite le responsabilità, sancite dalla magistratura, di Lucarelli e dei suoi consiglieri, cerchiamo comunque di capire “quanto ci costa questo commissariamento”. Stando al bilancio consuntivo 2022 le elezioni dell’ottobre 2021 sono costate una cifra spropositata: 82.796,40 euro, Sicuramente una persona misurata come Bombonato spenderà molto meno, anche perché è prevista l’apertura di un solo seggio a Napoli

senza le sedi distaccate ad Avellino e a Salerno. Si dovrà poi aggiungere il costo di cinque mesi di pernottamenti all’hotel Majestic e le

Dario Sarnataro, Gian Piero Scoppa e Pietro Treccagnoli

spese di vitto per il commissario e la segretaria Argia Granini, per decenni alla guida della segreteria dell’Ordine dell’Emilia Romagna, presenza indispensabile per cercare di mettere ordine nella profonda e strutturale disorganizzazione degli uffici napoletani. Una situazione che ha costretto Bombonato a rinviare le elezioni che in un primo momento l’Ordine nazionale aveva fissato per il 29 e 30 marzo e per il 2 aprile.
A queste voci bisognerà aggiungerne altre per una cifra che oggi è difficile quantificare con precisione ma ammonterà di sicuro a molte decine di migliaia di euro che verranno pagate dall’Ordine campano. Il punto sui costi economici dell’operazione ‘commissario’ non è inutile perché dovrà spingere a una riflessione attenta tutti gli iscritti tentati di dare la preferenza a candidati amici corresponsabili di questa débâcle.
Veniamo ora ai pubblicisti controllati con mano ferma da Domenico Falco. In assenza di liste concorrenti saranno confermati gli uscenti: tre consiglieri dell’Ordine con Falco, Salvatore Campitiello e Massimiliano Musto; Francesco Ferraro al collegio dei revisori.
Chiudiamo con la squadra dei professionisti di ControCorrente, la componente sindacale che a livello nazionale governa l’Ordine, la

Gerardo Bombonato e Argia Granini

Federazione della stampa e la Casagit, la cassa di assistenza sanitaria integrativa. L’obiettivo è conquistare la maggioranza con un programma centrato su pochi punti chiari e con candidati senza scheletri nell’armadio per

trasferire all’Ordine regionale l’esperienza maturata in questi anni al Sindacato unitario dei giornalisti campani. La squadra, guidata da Gerardo Ausiello, capo delle cronache del Mattino e consigliere della Federazione nazionale della stampa, è formata da Fabrizio Cappella, Gigi Casciello, Antonella Monaco, Dario Sarnataro e Pietro Treccagnoli. Per il collegio dei revisori sono in corsa due donne: Sonia Acerra e Nunzia Marciano.