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gerarchie. Il ‘maestro’ di giornalismo per lei è Antonio Sasso, da trenta anni onesto uomo d’ordine di piccoli quotidiani dalla stabilità economica incerta e dal diffuso e sistematico lavoro precario, al quale il Mattino riserva una intera pagina. Insomma, non un generale, ma un sergente.
Nell’intervista la Aulisio, che con Sasso da otto anni condivide le trasferte a Roma nelle vesti di consiglieri dell’Ordine nazionale, più che i panni della cronista indossa quelli della narratrice e al lettore gira soltanto quattro fatti: è direttore del Roma; nel 1965 ha scritto il primo servizio di cinque righe sul Roma di Achille Lauro; un elenco lungo di giovani giornalisti che hanno lavorato con Sasso; il mito del giornalismo “passione e fatica” in cui non c’è spazio per quasi niente altro, a cominciare dalla famiglia.
Allora scorriamo a volo qualche dato su Sasso. Il direttore responsabile del Roma è |
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Pasquale Clemente, mentre l’uomo forte del quotidiano è Roberto Paolo, redattore capo e presidente del consiglio d’amministrazione; Sasso è in gerenza come direttore editoriale perché è da tempo in pensione (ma questo, ai lettori del Mattino, non viene detto). Sappiamo che la prima schedina l’ha compilata nel 1965, ma non sappiamo che studi ha fatto, quando è diventato praticante (quattordici anni più tardi, nel 1979) e quando professionista (1980). E Maria Chiara Aulisio non cita neanche un servizio, un’inchiesta, un editoriale se non memorabile, almeno degno di essere ricordato.
La redattrice del Mattino sta quindi tracciando una nuova strada del giornalismo. Cinquanta anni fa Lamberto Sechi mitico direttore del settimanale Panorama scolpì lo slogan ‘i fatti separati dalle opinioni’; ora a via Chiatamone c’è chi lavora a ‘storie, a prescindere dalle notizie’. |
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