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il 2010 sono stati arrestati una ventina di bracconieri.
Ma torniamo alla decisione del magistrato ischitano. Il dispositivo della sentenza con cui ‘Freccia Nera’ viene condannato a un anno e quattro mesi di reclusione è stato reso noto il 25 settembre scorso. Una decisione salutata con entusiasmo dall’avvocato Loredana Iovino, che nel processo ha rappresentato il Wwf Italia parte civile, e dalle guardie Wwf della sezione di Milano, che dal 1990 vengono ogni anno sull’isola per svolgere attività antibracconaggio, perché è stato riconosciuto il furto aggravato ai danni dello Stato, il cosiddetto ’furto venatorio’, che “anche dopo la riforma Cartabia è
procedibile di ufficio”.
È stata quindi condivisa la tesi adottata per prima dalla Corte
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d’appello di Trieste, citata dal Wwf nel processo ischitano, secondo la quale gli animali selvatici vanno equiparati alle “cose di pubblica utilità” per le quali non è necessaria la querela in caso di furto.
A dare in esclusiva la notizia della sentenza è il 28 settembre Il Dispari, quotidiano diretto da Gaetano Di Meglio, che pubblica la condanna del bracconiere in prima e nell’intera pagina 3.
La sentenza viene poi rilanciata l’undici ottobre da un comunicato del Wwf Italia e nella stessa giornata la notizia viene pubblicata sui siti di Repubblica Napoli, Mattino, Teleischia, Fatto Vesuviano, Napoli Today e altri, ma viene ignorata dal Corriere del Mezzogiorno che sulla vicenda preferisce la linea del silenzio.
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