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sulla situazione in Campania che apre il Cormezz. “A inizio aprile avremo tremila contagiati” e il catenaccio: “De Luca: troppi irresponsabili, così conteremo i morti. E firma due ordinanze: stop a cantieri e uffici comunali”.
Il giorno successivo Cicelyn incassa giudizi severi e critiche tranchant con l’eccezione di qualche amico che maldestramente cerca di difenderlo. Per fortuna non ci sono state le rituali solidarietà d’ufficio degli organismi di categoria, anzi il presidente dell’Ordine campano Ottavio Lucarelli ha annunciato una segnalazione al Consiglio regionale di disciplina. Anche perché una delle ‘cadute’ dell’articolo è il passaggio sulla iscrizione di Cicelyn all’Ordine:“con la tessera di giornalista in tasca mi sento al sicuro da eventuali annunciatissime denunce”.
Il 22 marzo il direttore del Cormezz Enzo D’Errico con due pagine prova a far lievitare la polemica: sollecita interventi e al tempo stesso cerca di giustificarsi per |
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un articolo ‘impubblicabile’.
Ma domenica 22 arriva anche una nota dal direttore della Asl Napoli1 Ciro Verdoliva che annuncia la decisione di porre il giornalista “in domiciliazione fiduciaria per 14 giorni”.
Martedì 24 marzo altre due pagine del Cormezz. Cicelyn dà notizia di un suo ricorso al Tar per impugnare la quarantena ma soprattutto, forse consigliato dagli avvocati, fa retromarcia su tutta la linea.
Scompare il tesserino antidenunce, “che non ho mai mostrato a nessuno, anche perché credo di averlo perso nell’ultimo trasloco”. Ed evaporano le due ore di passeggiate in scooter: “non mi hanno mai incontrato e fermato quando nei miei pensieri andavo a piedi in farmacia e dal tabaccaio o in scooter per cercare qualche supermercato meno congestionato (e così mi godevo nella fantasia pezzi di città deserti e bellissimi)”.
Intanto lo stesso giorno il tribunale amministrativo regionale comunica che ha respinto il ricorso presentato dal giornalista. |
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