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Direte: ma è quello della nipotina dell'ex presidente egiziano Hosni Mubarak, quello beccato alla frontiera mentre cercava di portare due milioni e mezzo in Svizzera travestito da contrabbandiere di sigarette per non dare nell'occhio, quello che si è mangiato tutto nei Casinò, quello che la gente per tirarsi su guardava Studio aperto a ora di cena e tornava a essere allegra, quello che dopo la sigla del tg si aggiustava la cravatta e sospirava “che figura di merda”, quello che la moglie, all'epoca giovane collega che ora ha 81 anni, gli telefonò per un'informazione e lui equivocando il nome capì Moira Orfei e la mandò a cagare, salvo poi scoprire che era la figlia dell'allora vice presidente della Rai Italo De Feo e farle la corte come uno studente (“mi portò a cena e poi a vedere la sua collezione di libri - ha detto Diana in un'intervista al Corriere della Sera nel 2011 - poi mi fece bere e lui si ubriacò e tornai a casa in taxi), quella stessa Diana che conduceva in Rai ‘Almanacco del giorno dopo’ e in quella stessa intervista (a Lilli Fabiani, moglie dell'ex direttore del Tg1 Fabiano Fabiani) disse: “In trasmissione veniva spesso anche il conte Giovanni Nuvoletti, maestro di bon ton, che insegnava come scappellarsi in pubblico”. Che vita, quella di Emilio. Ma che tramonto immeritato, in questa Napoli che, |
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dice una notizia Ansa del 12 febbraio, "ha scelto come sua città adottiva, dove vive 10 giorni al mese, circondato dall'affetto di colleghi, personaggi del mondo della cultura e dello sport". Alla notizia ha dedicato un corsivo il Fatto Quotidiano.
E, continua l'Ansa, "è stata costituita a Napoli l'associazione 'Amici di Emilio Fede fan club'. Il giusto omaggio a una personalità che ama da sempre Capri e Napoli. L'obiettivo è tramandare la storia professionale di Emilio Fede. L'idea è di esponenti del mondo della società civile e del giornalismo per valorizzare l'esperienza del direttore del Tg1, di Studio Aperto e del Tg4".
È un take, non un fake. Il club è
presieduto da Antonio Sasso, il direttore del Roma che il 7 gennaio ha aperto la prima pagina con il titolo “Rubentus”, a capo di un gruppo di colleghi, personaggi del mondo della cultura e dello sport tra i quali Corrado Ferlaino, Roberta Cassol, poi Antonino, Antonio e Silvio Della Notte, i medici Pippo Papaccioli e Michele Romano, i giornalisti Mimmo Falco, Gianfranco Coppola, Salvatore Caiazza, Francesco De Luca, Augusto Celetti, Paolo Ruscigno.
Ora la domanda è: ma noi dove eravamo? Cosa ci siamo persi? |
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