|
Giancarlo Fusco, fino a quello di là da venire con le direzioni di Giovanni Valentini (7 anni) e appunto Claudio Rinaldi (8 anni, unico a fare il triplete da direttore con L’Europeo e Panorama), al comando di talenti tra i più vari e poi conclamati come Peter Gomez, Fabrizio Gatti, Roberto D’Agostino, Lirio Abbate e lo stesso Bruno Manfellotto, a lungo vice di Rinaldi, nonché ultimo direttore prima del fresco di nomina Luigi Vicinanza.
Proprio il cavallo più pazzo e più indimenticabile di tutti, Sergio Saviane, ricordò nel suo ‘L’Espresso Desnudo’, ancora oggi una lettura di raro intrattenimento, quanto scritto da Giorgio Bocca su Prima: “Dal Mike Bongiorno del 1958 all’Enzo Siciliano di oggi, il |
|
regresso culturale è netto”.
Ecco, senza scomodare la Cultura, ma restando all’Informazione: da Bruno Manfellotto a Luigi Vicinanza il regresso è altrettanto netto, se i curricula dicono ancora qualcosa in questi tempi privi di spessori. Segno che l’epoca di quel giornalismo e della sua scuola, da Sechi a Rinaldi via Zanetti, è definitivamente finita, mentre quella che comincia ci darà tutt’al più un Nespresso e forse nemmeno quello!
(*) Arrigo Benedetti, mitico primo direttore de l’Espresso, firmò così per quasi un anno gli articoli del giovane Sergio Saviane, nonostante all’autore quella firma facesse “anche un po’ schifo”.
|
|