Ansa: via Di Leva,
interim a Quaratino

DA POTENZA a Potenza: lascia la poltrona di capo della redazione partenopea dell’Ansa Alfonso Di Leva; arriva da Roma con un incarico ad interim di tre mesi Enzo Quaratino, redattore capo centrale e responsabile del settore Cronache italiane dell’agenzia di via della Dataria.
Potentino, sessanta anni tra un mese, professionista dal giugno 1988, Di Leva lavora all’Ansa dal 1985: prima articolo 36, poi praticante, redattore, capo servizio aggiunto e numero due della sede lucana; nel settembre 1997 viene

trasferito a Trieste come capo della redazione e ci rimane fino al novembre del 2010 quando è nominato responsabile della sede di Torino. Il 5 novembre 2012 si insedia a Napoli, negli uffici di largo Torraca; deve voltare pagina dopo la stagione in chiaroscuro con Mario Zaccaria, capo della redazione, e Carlo Gambalonga, numero due nazionale.
In quasi quattro anni di direzione non ha lasciato grandi tracce e, in più, è stato

Roberto D'Agostino

protagonista di alcuni episodi discutibili: nell’estate di due anni fa firma due lanci con i quali riprende le frasi postate su Facebook da un collaboratore dell’allora presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, un’anomalia per le regole Ansa che non a caso viene segnalata a livello nazionale dal sito Dagospia di Roberto D’Agostino; nel dicembre del 2015 l’Ansa compare nell’elenco della società che si sono candidate a gestire l’ufficio stampa della Mostra d’Oltremare di Napoli, una scelta del tutto incompatibile per chi deve fare informazione, eppure, interpellato sulla questione, si limita a dire: “non intendo rispondere a questa domanda”. Ora Di Leva rientra a Trieste, dove risiede la famiglia, per coordinare l’area del Triveneto dell’agenzia.
Dal primo settembre Napoli è affidata a Quaratino, nato anche lui a Potenza, cinquantanove anni appena compiuti, liceo classico e, con calma, laurea in Scienze della comunicazione a Roma, alla Lumsa, dove da alcuni anni insegna

Michele Giordano

‘Teorie e tecniche del giornalismo e uffici stampa’, professionista dal dicembre 1983. Alla redazione Ansa della Basilicata arriva nel 1982 e ne diventa capo nel 1989.
Nel 2000 va a dirigere la sede di Firenze e l’anno dopo approda a Roma come capo della redazione Cronache italiane; per due anni, dal 2007 al 2009 viene promosso capo redattore centrale, per poi tornare a guidare, su richiesta dell'allora direttore Giampiero Gramaglia, le Cronache

italiane, incarico che conserverà anche nei tre mesi di reggenza a Napoli.
Perché Di Leva è stato rimandato a Trieste? Non ci sono risposte ufficiali; si può ipotizzare che il suo soggiorno partenopeo a totale carico dell’azienda fosse un costo insostenibile per un’agenzia che vive una fase di profonda difficoltà, con l’intera redazione in ‘solidarietà’, con due giorni al mese di riposo forzato, ed è in attesa di una nuova ondata di prepensionamenti.
A dicembre chi verrà investito del ruolo di capo? Forse il nome c’è già, ma alla sede centrale non si sbilanciano. Con lo stato di crisi difficile prevedere arrivi dall'esterno o da altre sedi, anche se alcune voci parlano di un ritorno del napoletano Vincenzo Di Vincenzo, oggi responsabile della sede di Milano; più semplice quindi scegliere un giornalista della redazione partenopea.
A Napoli Quaratino trova tre graduati: Angelo Cerulo, sannita di Vitulano, cinquantasette anni, professionista da trenta, storico ufficio stampa della camera di commercio di Napoli; Mariano Del Preite, quarantasette anni, da venti professionista, uomo vicinissimo alla curia partenopea e, in particolare, al cardinale Michele Giordano, scomparso nel dicembre del 2010; Franco

Tortora, napoletano di Boscoreale nato nel 1964, dal 1991 professionista.
Dal primo settembre Quaratino ha preso possesso dell’ufficio di largo Torraca, ma mantiene l’impegnativo incarico romano e

Angelo Cerulo, Mariano Del Preite e Franco Tortora

dovrà quindi pendolare. Descritto da chi lo conosce bene come cronista di razza con un’attenzione particolare alla giudiziaria dovrebbe portare un po’ d’aria nuova negli uffici di largo Torraca e, soprattutto, farsi un’idea precisa sui redattori e sui ‘candidati’, perché è evidente che se da Roma mandano a Napoli un ‘alto ufficiale’ non sono granché convinti di una soluzione interna.