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          Rai, partenza 
          falsa per il cdr            | 
         
        
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          ESORDISCE CON il piede  sbagliato il comitato di redazione della sede Rai di Napoli (Fabrizio Cappella, Enrico Deuringer, Gianni  Occhiello) eletto a metà febbraio. 
          Dopo la gestione disastrosa del precedente cdr (Ettore De Lorenzo, Rino  Genovese, Silvio Luise), chiusa  con le dimissioni di Luise a novembre al termine del congresso dell’Usigrai di Salerno e l’improvvisa             | 
         
        
          
            
              uscita di scena a febbraio   degli altri due componenti, protagonisti di episodi discutibili aggravati  da un turpiloquio imbarazzante  (Genovese: “cessa di Posillipo”, parlando della  redattrice Cecilia Donadio; De Lorenzo: “merda” a tutti  i giornalisti presenti a un'assemblea),                   | 
                
                Fabrizio Cappella e Gianni Occhiello | 
             
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          la redazione spera di avere voltato pagina con il nuovo cdr e  con il redattore capo  Antonello Perillo che dal 18 febbraio ha occupato il posto liberato dalla promozione al vertice di Rai Vaticano di Massimo Milone.
           
          Ma il primo testo partorito il 12 aprile dal comitato di redazione  è  centrato incredibilmente  su una ‘fuga’ di documenti: il cdr denuncia “la  diffusione di atti interni Rai da parte di testate giornalistiche esterne” e  chiede “al caporedattore Perillo di intervenire con ogni mezzo a sua  disposizione”. 
          E  l’appello accorato viene  subito  raccolto: “il caporedattore  ha informato la direzione di testata (il direttore della Tgr è Alessandro Casarin, ndr) per valutare la possibilità di avviare verifiche interne e eventuali  azioni legali”. ‘Azioni legali’ perché Iustitia  ha pubblicato il foglio delle  presenze del 31 marzo e primo aprile per documentare l’uscita dall’organico del  redattore capo Silvio Luise dopo trentaquattro anni trascorsi  a via Marconi? 
Siamo evidentemente davanti a parole in  libertà, anche perché la redazione napoletana ha tanti problemi che  evidentemente sfuggono ai giovani (da un  
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                      Cecilia Donadio e Gabriella Fancelli
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              punto di vista sindacale) componenti  del cdr e al giovane (è stato appena promosso) responsabile dei servizi  giornalisti. Allora non è inutile un sintetico memorandum.  
Partiamo dal 'legale', anzi dal  'penale' perché come è noto dal febbraio 2012 c’è un’indagine penale                   | 
             
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            sull’informazione Rai in Campania gestita per dieci anni da Massimo Milone, una  gestione portata avanti  insieme alla sua squadra di vertice. In  quattordici mesi l’indagine della procura di Napoli nelle stanze di Fuorigrotta non è mai stata neanche  nominata, anche per la cappa voluta dal sindacato a  livello locale e nazionale. Eppure tre  redattori Rai sono stati ascoltati per ore da Giuseppina Loreto, il sostituto procuratore titolare del fascicolo.  È allora giunto il momento di avere un approccio diverso alla questione? 
Il secondo punto riguarda  l’organico e i gradi. Da febbraio sono andati via due redattori capo,   Luise e  Milone, e un vice redattore capo, Gianni  
Porcelli. Tra maggio e luglio vanno in pensione  il capo servizio Nicola Muccillo e il redattore capo Nando Spasiano, mentre circola la voce  che, grazie a un accordo con l’azienda, è in uscita a giugno il vice  redattore capo Gabriella Fancelli,  che ha compiuto sessantadue anni a dicembre.
           
          Con cinque o sei unità in  meno, tutti graduati, c’è materia per il cdr  per  confrontarsi con il capo redattore ed evitare arrivi discutibili e promozioni  francamente sorprendenti (nell’autunno del 2010 Nando Spasiano denunciava 
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              che a  via Marconi stavano per essere “promosse anche le scrivanie”). E forse qualche primo elemento per  avere un quadro più chiaro arriverà  il 22 aprile quando Perillo presenterà il suo piano editoriale. 
                Il terzo elemento che merita grande attenzione è                  | 
                
                Alessandro Casarin e Antonello Perillo | 
             
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          la qualità del prodotto  giornalistico del tgr campano dopo lunghi anni bui, senza andare a ricordare l’elenco  di doglianze snocciolate nel documento durissimo approvato dalla redazione nel luglio del 2011.  Il primo passo può venire da  un taglio secco di notizie inutili, di notizie fasulle,  di notizie fradice,  cioè scadute da settimane o addirittura da mesi.  
Il quarto e ultimo punto, ma  l’elenco potrebbe continuare, è deontologico più che sindacale. L’ex componente del cdr Genovese al congresso  Usigrai di Salerno è stato eletto nel coordinamento dei comitati di redazione, ma agli inizi di febbraio è stato costretto alle dimissioni dal cdr dopo avere indirizzato a più riprese a fine gennaio  offese volgari a Cecilia Donadio, che ha informato  della incredibile vicenda con una mail dettagliata il segretario dell’Usigrai Vittorio Di Trapani, l’allora cdr  Ettore De Lorenzo, l’intera redazione di Napoli e Massimo Milone.
          
          Dopo la prima mail Cecilia Donadio  ne ha inviato una seconda agli stessi destinatari  e nell’assemblea di redazione del 5 febbraio ha fornito un resoconto puntuale  della “brutta” storia. 
          “A rigore di deontologia – scrive la giornalista a Vittorio Di Trapani -  un caso del genere potrebbe essere sottoposto al Collegio dei Probiviri  in seno alla Federazione Nazionale della Stampa, della quale l’Usigrai fa  parte, ma su             | 
         
        
          
            
                
                      Vittorio Di Trapani e Rino Genovese
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              questo mi rimetto alla tua valutazione”. E  nel corso dell’assemblea dichiara che “tutta la redazione, con il dissolvimento  del Cdr, è senza tutela” e aggiunge che “farà riferimento direttamente  all’Usigrai fino all’elezione del nuovo Cdr”. 
                Ora il nuovo cdr c’è e  | 
             
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            sarebbe interessante sapere se, oltre a minacciare "azioni legali" per la “diffusione di atti  interni” su “testate esterne”, intende prendere iniziative sulla “brutta”  vicenda di Cecilia Donadio. E chi certamente non può  rimanere in silenzio è il segretario dell’Usigrai Vittorio Di Trapani perché è  stato investito della questione affidando alla sua valutazione il ricorso al  collegio nazionale dei probiviri della Fnsi e perché non risulta che il protagonista  della vicenda con turpiloquio ripetuto  si sia dimesso dal coordinamento dei  cdr.  | 
         
       
      
        
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